L'Italicum passa anche al Senato. Ma la minoranza Pd non lo vota Stampa
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Notizie - Politica
Martedì 27 Gennaio 2015 16:00

Contestazioni in Aula fino a poco prima del voto. Poi il via libera alla riforma elettorale arriva con solo 184 voti favorevoli: 24 senatori della minoranza piddì non hanno preso parte alla votazione. Adesso il testo torna a Montecitorio

Sergio Rame  - ilgiornale.it

"E due. Legge elettorale approvata anche al Senato. Il coraggio paga, le riforme vanno avanti".

Il premier Matteo Renzi esulta al via libera di Palazzo Madama all'Italicum in seconda lettura. E aggiunge l'hashtag #lavoltabuona. Ma ha poco da festeggiare. Perché il via libera arriva con solo 184 voti a favore. Dalla lettura dei tabulati della votazione si evince come 24 senatori della minoranza del Pd non abbiano preso parte al voto sulla legge elettorale. Un chiaro segnalo al governo e, in particolar modo, a Renzi che in queste ore è alle prese con l'elezione del nuovo capo dello Stato.

Passa al Senato l’Italicum 2.0 che contiene l’accordo di maggioranza e il patto con Forza Italia. "Sembrava impossibile qualche mese fa, eppure la legge elettorale è ok anche al Senato - commenta soddisfatto il ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi - è proprio la volta buona". Il modello prevede l’abbandono del Porcellum che era stato bocciato dalla Corte Costituzionale. In base alle modifiche apportate, per entrare alla Camera occorre ora superare una soglia di sbarramento del 3% mentre il premio di maggioranza di 340 seggi su 630 scatta per la lista (non più la coalizione) che ottiene il 40% dei consensi (con il ballottaggio tra i primi due se al primo turno nessuno coglie tale risultato).
La scheda elettorale conterrà capolista bloccati e consentirà all’elettore di indicare due preferenze divise per genere. La riforma entrerà in vigore da luglio 2016, come stabilisce la clausola di salvaguardia.