Jobs Act, intesa nel Pd: "Non sarà posta la fiducia in Senato" Stampa
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Notizie - Politica
Giovedì 13 Novembre 2014 13:58

Speranza: "Il governo non porrà la fiducia". Ma Sacconi avverte: "Non basta l'ok del Pd, serve vertice di maggioranza"

Chiara Sarra - ilgiornale.it

Sul tanto contestato Jobs Act "non sarà posta la fiducia" come si temeva. Il provvedimento era stato criticato aspramente soprattutto dalla minoranza del Pd, che aveva minacciato di rallentarne l'iter in Senato dopo l'approvazione alla Camera, al punto che il premier aveva intimato un'accelerazione "forzata".

"Non ci sarà fiducia sul testo della delega lavoro approvata dal Senato", ha detto oggi Roberto Speranza, capogruppo Pd alla Camera, spiegando che nel partito è stata finalmente trovata un'intesa, "Abbiamo deciso di fare modifiche rilevanti.

Non ci sarà la fiducia sul testo uscito dal Senato ma ci sarà un lavoro in commissione. Si riprenderà l’ordine del giorno approvato in direzione. Sono molto soddisfatto: il Parlamento non è un passacarte e abbiamo dimostrato che incide".

Matteo Renzi ha quindi ceduto alle richieste della minoranza. La Commissione della Camera potrà così reintrodurre il diritto al reintegro per i licenziamenti discriminatori e per quelli ingiustificati di natura disciplinare. "C’è un accordo larghissimo", ha spiegato il presidente Pd Matteo Orfini, "Si stanno definendo i dettagli, ma il punto politico è l’articolo 18".

L'annuncio ha però fatto infuriare Ncd: "Il Pd non ha ancora la maggioranza assoluta nelle due Camere, nelle quali peraltro non è ancora stato superato il sistema paritario", ha detto Maurizio Sacconi, "Vogliamo discutere ora in una riunione di maggioranza le eventuali modifiche alla delega. Vogliamo che diventi possibile licenziare un assenteista o un ladro, in modo che l’imprenditore abbia finalmente il pieno governo dell’efficienza dell’impresa. Vogliamo che la disciplina sia semplice e certa in modo da non dare spazio alla giustizia creativa e ideologizzata. Allo stesso modo vogliamo la flessibilità delle mansioni per consentire l’adeguamento dei modelli organizzativi e il libero uso delle tecnologie di controllo a distanza per aprire spazi al telelavoro".