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Il fu Servizio di Stato PDF Stampa E-mail
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Notizie - Cronache
Martedì 08 Settembre 2015 17:17
Cronache

RINVENUTI E CONSEGNATI ALLA POLFER DEI VECCHI CONTRASSEGNI “SERVIZIO DI STATO”
“Scoperta” casuale di tre dischi in alluminio recanti al centro l’emblema della Repubblica italiana,
la dicitura “servizio di Stato” ed una diversa numerazione ciascuno –
Abbandonati accanto ad un binario tronco della stazione di Verona Porta Nuova –
Consegnati alla Polizia ferroviaria per evitarne la distruzione od usi impropri (“Anni di piombo” docent)
 
 
Insolito ma… vero…
La mia vecchia abitudine a camminare spesso a testa bassa, perso nei pensieri ma pure attento a quanto giace sul selciato, m’ha procurato un’ennesima “sorpresa”.
Per raggiungere l’auto parcheggiata in uno spazio interno dell’area ferroviaria, nell’ambito della stazione di Verona Porta Nuova, percorrevo un tratto coperto dalla tettoia d’un fabbricato che dà sulle rotaie. Curiosando in basso, come al solito (dato che la massicciata è cosparsa di “primizie” ferrose arrugginite ma… stimolanti) all’altezza della fine d’un binario tronco (lato Milano), ho scorto in un angolo del materiale abbandonato un po’ “strano”.
Mi sono avvicinato per vedere di cosa si potesse trattare e, sotto una specie di predella in legno e seminascosti dall’erba, ho rinvenuto tre contrassegni metallici (in alluminio) circolari di “servizio di Stato”, sporchi e lasciati alla rinfusa.
  
Si trattava di vecchi contrassegni recanti ciascuno la dicitura, appunto “servizio di Stato”, l’emblema della Repubblica Italiana (comunemente chiamato “Stellone” ed adottato ufficialmente dalla Repubblica italiana il 5 maggio 1948, con decreto legislativo n. 535) al centro ed un numero progressivo per ognuno. Nella fattispecie, riportavano i numeri 01048, 01073, 01076. Due di questi nel retro nero, avevano una piccola etichetta con sintetiche scritte a mano.

 Uno dei tre oggetti  
 
Ho raccolto i tre oggetti e li ho ripuliti alla meglio (e fotografati) perché, a mio giudizio, non meritavano un così squallido destino. Poi, ho svolto delle ricerche su quella categoria di “reperti”, utilizzati fin dal 1926 su automezzi appartenenti a vari ministeri, non dotati di alcuna targa speciale.
Ecco quanto sancisce a riguardo la Circolare 10 febbraio 2000, n. 1.459 della Presidenza del Consiglio dei Ministri, inerente “Disco contrassegno Servizio di Stato per gli autoveicoli acquisiti in noleggio” (G.U. n. 45 del 24.2.2000): “A tutte le amministrazioni dello Stato, a tutti gli enti pubblici non economici. La legge 9 aprile 1953, n. 318, e la circolare della Presidenza del Consiglio dei Ministri n. 60343/55188/18.1 del 2 ottobre 1953, prescrivono che gli autoveicoli appartenenti alle amministrazioni dello Stato devono avere nella parte posteriore una speciale targa di contrassegno in alluminio, con impressi - in nero - al centro lo stemma della Repubblica  e perifericamente la dicitura “Servizio di Stato” nonché una numerazione progressiva crescente da n. 00001. A tale riguardo, si è ritenuto necessario estendere, con le opportune modificazioni, l'applicazione della citata legge n. 318/1953 agli autoveicoli - appartenenti ad imprese private - acquisiti in noleggio (1, Ai sensi di quanto disposto dalla legge 23 dicembre 1996, n. 662, art. 2, comma 119) con contratti a lungo termine ed adibiti, a carattere continuativo, all'espletamento dei servizi tecnici ed istituzionali delle amministrazioni civili dello Stato o degli enti pubblici non economici. Pertanto, sugli autoveicoli in questione dovrà essere applicato un contrassegno, con le seguenti caratteristiche: forma circolare (diametro cm 12); colore di fondo grigio/argento; stemma della Repubblica, dicitura “Servizio di Stato” e numerazione progressiva da n. 0001, stampati nel colore rosso. I contrassegni saranno prodotti in materiale plastico, semirigido ed adesivo, recanti la  dicitura, lo stemma della Repubblica e la numerazione  progressiva  nella  parte  adesiva, protetta da apposita pellicola opaca asportabile, da applicare, ben visibili, nella parte interna del cristallo anteriore o posteriore dell'autoveicolo. La fornitura e la distribuzione dei contrassegni sono affidate al Provveditorato generale  dello  Stato, al quale dovranno essere inoltrate le richieste da parte delle amministrazioni centrali, anche per conto dei propri uffici periferici. Le richieste dovranno essere corredate della copia della carta di circolazione dell'automezzo sul quale verrà applicato il contrassegno nonché della copia del contratto di acquisizione dell'autoveicolo stesso. Alla scadenza del periodo contrattuale, gli uffici assegnatari dovranno rimuovere i contrassegni dagli autoveicoli e provvedere alla distruzione degli stessi, redigendo apposito verbale, da trasmettere, in copia al Provveditorato generale dello Stato. Il Sottosegretario di Stato: Micheli”.
Aggiornamenti normativi a parte, non è possibile fornire un’ipotesi sul “perché” i tre contrassegni siano finiti tra quel ciarpame in un angolo della stazione battuto, sì, ma con eloquente noncuranza se non smaccato menefreghismo: forse qualcuno intendeva semplicemente disfarsene come roba sorpassata ed inutile.
Ho voluto comunque curarmi dei “reperti” affinché non finiscano in mani sbagliate (nei drammatici “Anni di piombo” i terroristi di destra o di sinistra adottavano anche questi contrassegni sulle loro auto, per infiltrarsi ed agire meglio) o perché non vadano miseramente distrutti.
Inoltre, ho inteso “ufficializzare” il ritrovamento di queste placche in alluminio (ormai certamente non più valide, in disuso ed inutilizzabili) consegnandole, nel pomeriggio del 31.07.2015 alla Polizia ferroviaria della stessa stazione di Verona Porta Nuova, la quale ha verbalizzato la circostanza (documentata anche da una mia relazione con foto, letta o solo scorsa velocemente e con malcelata sufficienza, noia o fastidio dall’agente di turno e, poi, non accettata, quasi… schifata) come “rinvenimento”. Anzi, sottobanco, semplice “rinvenimento”, come se l’essermi attivato con coscienza sociale per una “quisquilia” del genere abbia potuto “rompere” a poliziotti in ben altre faccende affaccendati…
Sarà…
Ma non demordo nel reagire di conseguenza a simili atti in cui impatto nel corso del mio “far giornalismo” sul campo, azioni di denuncia che, certo e non forse, devono in ogni caso essere più competenza della “casta” dei “mestieranti dell’ordine”…

Claudio Beccalossi

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Ultimo aggiornamento Martedì 08 Settembre 2015 17:32
 

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