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Immigrazione, Renzi: "Basta demagogia e scaricabarile" PDF Stampa E-mail
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Notizie - Italia
Domenica 07 Giugno 2015 20:00

I governatori di Lombardia, Veneto e Liguria incrociano le braccia. Il premier critica l'Ue, ma attacca Maroni: "Era al governo quando sono state adottate le regole che ci hanno portato in questa situazione". E dà la colpa ai predecessori: "Hanno tagliato i fondi e ora siamo il fanalino di coda al G7"

Chiara Sarra - ilgiornale.it

Basta con la "filosofia dello scaricabarile" e con la "demagogia". Con queste parole Matteo Renzi liquida la proposta di Maroni di tagliare i fondi ai sindaci che accoglono i migranti.

"Non basta fare comunicati stampa e slogan", dice il premier a margine del G7 parlando di immigrazione clandestina, "Alcuni di quei governatori erano al governo quando sono state adottate regole che hanno lasciato da sola l’Italia e quando si sono fatte scelte di politica estera come la Libia: la verità ha la memoria lunga, i fatti parlano. Tutti abbiano il buon senso di ricordare a se stessi chi ci ha portato in questa situazione. L’Italia ha tagliato i fondi, tanto che oggi ci troviamo qui a questo tavolo del G7 come fanalino di coda: una posizione in cui io non voglio stare".

Poi sulle proposte dell'Europa sulla ripartizione degli immigrati Renzi ammette: "Sono largamente insufficienti. È un primo passo ma ancora non ci siamo. Sui migranti servono regole per non lasciare l’Italia da sola. Stiamo cercando di coinvolgere i nostri partner europei, ma è difficile farlo quando alcune Regioni del tuo Paese dicono che il problema non li riguarda"

Parlando invece di crescita, il premier si è detto "totalmente in linea con quella degli Stati Uniti: c’è bisogno di più crescita e più investimenti". "Al G7 c’è stata una grande discussione tra di noi, anche con idee diverse, su come sostenere la crescita", ha detto Renzi, "È stata una riflessione molto buona ed interessante". Poi ha aggiunto: "Le riforme in Italia iniziano a dare frutti".

Sulla Grecia il presidente del Consiglio italiano non crede si possa arrivare a un'uscita di Atene dall'euro: "Sarebbe un errore economico e geopolitico, ma bisogna che anche il governo Tsipras capisca che le riforme vanno fatte". Di certo l'Italia non si metterà in mezzo: "Finché sarò io presidente del Consiglio, l’Italia non parteciperà a tavoli non previsti dai format europei. Se quei tavoli funzioneranno meglio così: se è una soluzione per una sintesi siamo contenti e facciamo il tifo".

 

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