Tutte le grane di Renzi |
Notizie - Politica |
Venerdì 05 Giugno 2015 13:03 |
Non solo Buona scuola e Italicum: a pesare sul governo Renzi sono anche le grane giudiziarie, dai quattro sottosegretari indagati all'incandidabilità di Vincenzo De Luca, fino a Mafia Capitale che mette a rischio commissariamento Comune di Roma e Regione Lazio Clarissa Gigante - ilgiornale.it A Roma non sono solo Campidoglio e Pisana a tremare, ma anche Palazzo Chigi. Mafia Capitale non coinvolge - per ora - direttamente Ignazio Marino e Nicola Zingaretti, che anzi si affrettano a puntare il dito suoi proprio predecessori. Ma il rischio che il Comune di Roma e la Regione Lazio vengano sciolti e commissariati per infiltrazioni mafiose è tutt'altro che remoto se è vero - come mostrano le indagini e le numerose intercettazioni - che il sistema messo in piedi da Massimo Carminati e Salvatore Buzzi coinvolgeva politici e imprenditori a ogni livello. E non solo: come è ormai noto al centro del sistema c'era soprattutto uno spaventoso business di immigrati che non riguardava solo Roma, ma anche diverse località siciliane e soprattutto Mineo (Catania), dove sorge uno dei più grandi Cara per l'accoglienza dei richiedenti asilo d'Italia. Dietro all'appalto per la gestione del centro, infatti, ci sarebbe anche Giuseppe Castiglione, sottosegretario alle Politiche agricole, nonché fedelissimo di Angelino Alfano. Castiglione è però in buona compagnia: con lui ci sono altri tre sottosegretari indagati. Sono Francesca Barracciu, sottosegretario ai Beni culturali, accusata di peculato in un’inchiesta sull’utilizzo dei fondi destinati ai gruppi del Consiglio regionale della Sardegna, Umberto Del Basso de Caro, sottosegretario alle Infrastrutture, indagato per i rimborsi del Consiglio regionale della Campania e Vito De Filippo, sottosegretario alla Salute, indagato per i rimborsi nella Regione Basilicata. Tutti restano saldamente al proprio posto e anzi vengono difesi da Renzi che non ha alcuna intenzione di rimuoverli o chiederne le dimissioni. "Non caccio nessuno per un avviso di garanzia", ha ribadito più volte il premier. Lo stesso trattamento non è stato riservato a Maurizio Lupi, costretto a dimettersi - pur non essendo indagato - per un rolex regalato al figlio Luca e altri regali di valore fatti alla sua famiglia dall'imprenditore Stefano Perotti di cui si parla nell'inchiesta Grandi appalti. Aiutaci a informarti meglio visitando il sito: www.rivista.lagazzettaonline.info |
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