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Alla vigilia delle dimissioni di Napolitano, si pensa solo al suo successore PDF Stampa E-mail
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Notizie - Italia
Martedì 13 Gennaio 2015 09:53

Domani le (attesissime e gradite) dimissioni da capo dello Stato. Il parlamento guarda già al dopo Napolitano. Il nocciolo della questione politica è tutta in un nome. Perché il profilo del successore già c’è, almeno a parole. I fatti, si sa, sono tutt’altra cosa. Ecco chi è in corsa

Carola Parisi - ilgiornale.it

Domani mattina, intorno alle 11, Giorgio Napolitano firmerà la lettera di dimissioni dalla carica di capo dello Stato.

E per molti sarà una giornata di "liberazione". Un addio che da mesi era nell’aria e che negli ultimi giorni si è concretizzato.
Dopo la consegna della lettera, al Quirinale inizieranno per Napolitano le cerimonie di saluto. Alle 12, quello che sarà ormai l’ex Presidente della Repubblica, lascerà il Colle per dirigersi nella sua residenza privata dove si dice felice di tornare. "Qui si sta bene, è tutto molto bello - ha commentato Napolitano - ma è un pò una prigione. A casa starò bene e passeggerò".

La formalità conterrà il momento dell’abdicazione, mentre fuori dal Palazzo echeggerà un grosso sospiro di solievo. Perché, si sa, ormai Napolitano non era più gradito. Nè alla politica, nè ai cittadini.

Quello che preoccupa è il post, quello che accadrà dopo l’addio di Napolitano. L’elezione del nuovo Capo dello Stato è la vera partita politica aperta in Italia. Il nocciolo della questione è tutta in un nome. Perchè il profilo del successore già c’è, almeno a parole. I fatti, si sa, sono tutt’altra cosa. E Matteo Renzi ne è consapevole e vuole chiudere in fretta la partita del Colle: già il primo febbraio, il premier di poter eleggere il successore di Napolitano. Sembra che le votazioni possano iniziare il 28 gennaio, 14 giorni dopo. Il suo successore- ha ribadisce il presidente del Consiglio rispondendo alle domande di giornalisti a Strasburgo- dovrà essere un "arbitro".  "La Costituzione - ha detto - descrive per la presidenza della Repubblica il "profilo di un arbitro saggio": il capo dello Stato "non è il giocatore di una delle due squadre ma ha rilevanti responsabilità nella vita quotidiana, rilevantissime in alcuni momenti storici, servirà una personalità di grande livello".

Ogni giorno, ormai, è toto-nomi. Sempre in pole position c’è la candidatura di Romano Prodi, rilanciata recentemente da Pierluigi Bersani. Di male in peggio, insomma. Risalgono nelle quotazioni anche le candidature di Pier Carlo Padoan, attuale ministro dell’Economia, e quella di Ignazio Visco, governatore della Banca d'Italia. Ma c’è anche chi considera Walter Veltroni come papabile capo dello Stato, mentre continuano a girare i nomi di Dario Franceschini e Pier Ferdinando Casini, che potrebbe saltar fuori dal cilindro qualora la situazione si facesse spinosa.

 

 

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