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Svolta storica, Obama apre a Cuba PDF Stampa E-mail
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Notizie - Mondo
Mercoledì 17 Dicembre 2014 19:32

Scambio di prigionieri e inizio nuove relazioni diplomatiche

Dopo 52 anni sta per finire l'embargo degli Stati Uniti. Scambio di prigionieri tra i due Paesi. E nuova fase nei rapporti. Presto riaperta ambasciata Usa all'Avana

Orlando Sacchelli - ilgiornale.it

Il 17 dicembre è una data che segna una svolta storica nei rapporti tra Stati Uniti e Cuba. In un messaggio in diretta tv Barack Obama lo ha detto chiaro e tondo: "Questi 50 anni ci hanno mostrato che l'isolamento di Cuba non ha funzionato. Siamo pronti a iniziare un nuovo capitolo nelle relazioni".

Il presidente ha dato incarico al segretario di Stato John Kerry di iniziare le trattative con Cuba, rilanciando le relazioni diplomatiche interrotte nel gennaio 1961. Nei prossimi mesi l'ambasciata americana sarà riaperta nella capitale dell'isola caraibica. L'Avana e Washington Dc "lavoreranno su questioni di interesse comune", spiega una nota della Casa Bianca, citando l'immigrazione, la lotta contro il traffico di droga, la protezione ambientale e il traffico di esseri umani. Gli Stati Uniti rivedono le restrizioni ai viaggi e al trasferimento di denaro con Cuba.
Qualche ora prima era uscita la notizia dello scambio di prigionieri tra Washington e L'Avana. Il contractor americano Alan Gross è stato rilasciato da una prigione di Cuba, Paese in cui era detenuto da 5 anni.

Alla fine del discorso Obama si è rivolto direttamente ai cubani e parlando in spagnolo ha detto: "L'America tende una mano amica" perché "todos somos americanos", ovvero "siamo tutti cittadini delle Americhe". Il presidente invita ad andare oltre l'eredità del "colonialismo e del comunismo". Per Obama "è tempo per un nuovo approccio verso Cuba". Quasi contemporaneamente al discorso del presidente Usa è intervenuto, con un messaggio in diretta tv, anche Raul Castro: ha annunciato che, con il suo omologo americano, è stato raggiunto un "accordo sul ripristino delle relazioni diplomatiche" tra i due Paesi, interrotte da più di mezzo secolo. Ma ha tenuto a precisare che "questo non vuol dire che il (problema) principale, l'embargo economico, sia stato risolto". Fra le divergenze che permangono, nominate da Castro, ci sono la questione dei diritti umani, quella della sovranità e la politica estera. Ma il leader cubano ha sottolineato che Usa e Cuba devono imparare a vivere con queste differenze "in maniera civile". Castro ha poi confermato che il suo governo ha deciso "per motivi umanitari il ritorno al suo paese del cittadino americano Alan Gross", la liberazione di "persone riguardo alle quali gli Usa avevano espresso il loro interesse" (si tratta di 56 prigionieri politici detenuti nell'isola, ndr) e di "una spia di origine cubana", in prigione da 20 anni.

Ma torniamo al prigioniero americano liberato dai cubani. Sessantacinque anni, collaboratore di Usaid, Gross era stato arrestato nel 2009 mentre distribuiva materiale elettronico alla comunità ebrea dell’Avana.

Condannato a 15 anni di prigione per spionaggio, le sue condizioni di salute non erano buone.

Della sua liberazione si era già parlato alla vigilia del Natale 2011, quando Raul Castro aveva promesso un indulto per 2900 detenuti in vista della visita del Papa sull'isola. Ma alla fine era saltata.

Ora Gross è tornato a casa. Come rivela Abc News la trattativa tra Washington e L'Avana è andata avanti per un anno e mezzo, con un ruolo decisivo svolto dal Vaticano ("Voglio ringraziare papa Francesco" per il ruolo svolto nel riavvicinamento tra Usa e Cuba", ha detto Obama). Tecnicamente il rilascio di Gross avviene a seguito di uno "scambio di prigionieri". Per la sua liberazione, infatti, gli Usa hanno accettato di far uscire dal carcere tre agenti cubani detenuti in America per spionaggio. I tre facevano parte del cosiddetto gruppo de "Los Cinco", rete di spie inviata da Fidel Castro nel sud della Florida. I cinque, considerati eroi in patria, furono condannati nel 2001 a Miami per cospirazione e mancata registrazione come agenti stranieri negli Usa (altri due membri del gruppo erano già stati rilasciati). In base all'accordo oltre a Gross Cuba dovrebbe liberare 53 prigionieri politici. Da parte sua Washington toglierà Cuba dalla lista nera dei paesi legati al terrorismo internazionale (i cosiddetti "Stati canaglia"). Secondo indiscrezioni, Obama annuncerà che le carte di credito americane potranno essere usate a Cuba e aprirà all’esportazione verso il paese di attrezzature per telecomunicazioni.

L'amministrazione Obama ha sempre considerato la carcerazione di Gross come un ostacolo al miglioramento delle relazioni con Cuba. Questa svolta potrebbe spianare la strada a colloqui di più ampio respiro. Secondo alcuni osservatori anche alla fine dell'embargo posto da Washington su Cuba nel 1962. Ma sarebbe prematuro parlarne ora, anche se il cammino è avviato. Di sicuro i Repubblicani non intendono sentir parlare di accordi al ribasso né tantomeno di fine dell'embargo, almeno fino a quando il regime resterà ben saldo nelle mani dei castristi. "I rapporti fra Stati Uniti e Cuba non devono essere rivisti - afferma lo speaker della Camera, il repubblicano John Boehner -. La svolta annunciata dal presidente americano è una "concessione stupida". Ma in base al Trade with Enemy Act (che risale al 1917) il presidente ha il potere di limitare in tutto o in parte il commercio con i Paesi considerati ostili (e quindi revocare tale decisione) senza l'approvazione del Congresso.

La soddisfazione del Papa
"Il Santo Padre - afferma la segreteria di Stato vaticana, guidata dal cardinale Pietro Parolin - desidera esprimere vivo compiacimento per la storica decisione dei Governi degli Stati Uniti d'America e di Cuba di stabilire relazioni diplomatiche, al fine di superare, nell`interesse dei rispettivi cittadini, le difficoltà che hanno segnato la loro storia recente. Nel corso degli ultimi mesi, il Santo Padre Francesco ha scritto al Presidente della Repubblica di Cuba, Raul Castro, ed al Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, per invitarli a risolvere questioni umanitarie d'interesse comune, tra le quali la situazione di alcuni detenuti, al fine di avviare una nuova fase nei rapporti tra le due Parti. La Santa Sede, accogliendo in Vaticano, nello scorso mese di ottobre, le delegazioni dei due Paesi, ha inteso offrire i suoi buoni offici per favorire un dialogo costruttivo su temi delicati, dal quale sono scaturite soluzioni soddisfacenti per entrambe le Parti. La Santa Sede continuerà ad assicurare il proprio appoggio alle iniziative che le due Nazioni intraprenderanno per incrementare le relazioni bilaterali e favorire il benessere dei rispettivi cittadini".

 

 

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