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DONBASS. SPARI CONTRO OSSERVATORI DELL’OSCE PDF Stampa E-mail
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Notizie - Mondo
Giovedì 20 Novembre 2014 12:56
Da parte di militari di Kiev
 
            Ci mancava solo l’ulteriore “salto di qualità” da parte di Kiev. Spari contro rappresentanti dell’Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa – Organization for Security and Co-operation in Europe) all’opera nel Donbass.
E’ quanto è emerso dal fresco rapporto della missione speciale dell’organizzazione internazionale che ha compiti d’osservazione, tra resistenze e “partigianerie” interne ed esterne, quanto sta avvenendo nel sud est dell’Ucraina (per i governativi) e nella Novorossiya (per i separatisti). Termine, quest’ultimo, adottato da parte dei secessionisti intenzionati ad unire le autodichiarate Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk nello Stato federale della Novorossiya (Nuova Russia).
            Nei giorni 18 e 19 novembre, infatti, due episodi hanno fatto ulteriormente crescere la tensione tra gli ispettori dell’Osce. Il primo caso è stato registrato nei dintorni di Perevalsk, nell’Oblast di Lugansk. Ad uno dei posti di blocco delle forze di sicurezza ucraine, un soldato ha sparato un colpo d’avvertimento verso un veicolo dell’Osce, senza che qualcuno degli occupanti rimanesse coinvolto.
Il secondo attacco, invece, è avvenuto nel centro di Marinovka, nell’Oblast di Donetsk, vicino ad una zona controllata dalle forze ucraine. Gli stessi membri dell’Organizzazione hanno denunciato che, mentre stavano viaggiando a bordo di due veicoli in direzione di Donetsk, uno dei due soldati (“personale in uniforme con elmetto” su un camion con un largo box di legno verde) ha aperto il fuoco verso il convoglio dell’Osce, distante un’ottantina di metri e mancando uno degli obiettivi degli spari per appena un paio di metri.
Riguardo alle due gravi circostanze s’è espresso duramente il portavoce del ministero degli Affari Esteri russo, Aleksandr Lukashevich. «È vergognoso. – ha commentato – Noi protestiamo in modo categorico, tenendo conto che la parte ospite è obbligata ad assicurare tutte le garanzie necessarie per i movimenti ed il lavoro della missione internazionale di monitoraggio del “cessate il fuoco”».
Servono serie garanzie d’incolumità, quindi, per gli incaricati dell’Osce, in bilico tra governativi e separatisti e spesso costretti in un angolo, come semplici rilevatori impotenti, dalle atrocità che emergono o che vengono compiute. Quasi uno smacco per l’organismo voluto come evoluzione della Conferenza sulla sicurezza e sulla cooperazione in Europa (Csce) ed idealmente votato alla   promozione della pace, del dialogo politico, della giustizia e della cooperazione in Europa che, contando oggi su 57 Paesi membri, risulta come la più vasta organizzazione regionale per la sicurezza. Anche se (come dimostrato nel Donbass) con le mani legate dal raccapriccio per quanto viene constatato...
 Claudio Beccalossi                     
 

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