La Gazzetta Online

tutti noi portiamo nel cuore la nostra città, la nostra cultura, le nostre tradizioni, e le custodiamo gelosamente nella memoria, perché le riteniamo un patrimonio unico e insostituibile, sedimentato nell’arco di secoli e secoli fino ad essere scolpito nelle nostre anime. In qualsiasi luogo siamo, a qualsiasi distanza ci troviamo, il semplice fatto di essere Veneziani, di amare Venezia e poter rappresentare questa città e questo mondo così unico che tutti ci invidiano, ci riempie d’orgoglio e ci spinge ad osare. Oggi c’è un’opportunità in più: il Progetto Bucintoro. Sì, proprio la mitica imbarcazione del Doge, che più di ogni altra cosa ha da sempre rappresentato agli occhi del mondo la nostra arte, la marineria, il grande artigianato, quella raffinatezza e quel “saper fare” che solo Venezia poteva avere, sarà ricostruita, anzi la stiamo già costruendo Si chiamerà Bucintoro del Terzo Millennio e della Pace perché non sarà solo una sterile replica dell’ultimo Bucintoro bruciato da Napoleone nel 1798, ma qualcosa di più importante, se possibile un simbolo ancora più forte: in un’Europa e in un mondo sempre più legati ai giochi finanziari, nel quale una globalizzazione appiattita impera di sempre più. Questa ’opera vuole aggiungere un significato nuovo cioè che esiste ancora l’Uomo, che l’antico sapere può essere ancora impiegato saggiamente.

 Ecco allora rinascere gli antichi mestieri come i calafati, i marangoni da nave, gli intagliatori, i doradòri e così via. Tale progetto, che ha già avuto il Patrocinio della Regione Veneto, della Provincia di Venezia , del Comune di Venezia e  della RAI, ha già suscitato l’interesse internazionale: la Francia, e per essa i proprietari forestali della Dordogna, hanno donato tutto il legname (circa 600 querce, alcune delle quali plurisecolari) per la realizzazione dello scafo. Questo atto è avvenuto sia perché hanno sottoscritto la validità del progetto, sia come segno di pace per quanto Napoleone aveva distrutto in Venezia. Anche grazie a questa donazione, i lavori di costruzione sono iniziati e nel giorno simbolico della Festa della Sensa 2014 (Ascensione ), nella storica Tesa delle Galeazze n. 3 all’interno dell’Arsenale, è stata “impostata” la chiglia in rovere lunga ben 34 metri. Il Bucintoro del Terzo Millennio, il cui progetto è stato realizzato dall’ing. Navale Giovanni Scarpa Dini ed approvato dal RINA (Registro Navale Italiano) voluto da una Fondazione appositamente creata da Veneziani appassionati ha come unico scopo la rinascita dell’imbarcazione dogale, una volta terminata potrà navigare e portare al mondo tutto lo splendore di Venezia e  per dimostrare alle generazioni future, ai giovani, che c’è ancora orgoglio, abilità, cultura ed anche del  bello da ammirare.

Cari amici, questo progetto è importante per tutti noi e per la nostra identità e, pertanto, dobbiamo aiutarlo: per il suo finanziamento è stato ripreso l’antico sistema dei carati, con il quale la Serenissima finanziava le costruzioni delle navi e le missioni commerciali via mare. Con un versamento a partire da un minimo di 6,30 € in su, presso qualsiasi sportello della BNL o presso il conto corrente sempre BNL- intestato a Fondazione Bucintoro . Avrete il vostro nome scritto nell’Albo d’Oro che sarà esposto nel “gabinetto del Doge”, il locale più importante posto sul castello di poppa, e contribuirete a far rinascere così il più importante simbolo di Venezia.

 

 

foto: 

Autore	Francesco Guardi
Data	1766
Tecnica	olio su tela
Dimensioni	66 cm × 100 cm
Ubicazione	Musée du Louvre, Parigi