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Giovedì, 28 Marzo 2024
"Neppure il Generale Inverno ferma le manovre" |
Notizie - Mondo |
Giovedì 30 Ottobre 2014 22:43 |
Slavyansk: In Ucraina orientale il Generale Inverno è arrivato, ma i separatisti non demordono, anzi si preparano a combattere anche per il lungo inverno. Si approntano luoghi di ricovero da usare da rifugio per sfidare il lungo inverno scegliendo le case che meglio hanno retto alla furia delle forze armate di Kiev. Tutto può essere utile, si recupera di tutto, ogni cosa può tornare utile al bisogno, anche una vecchia cisterna ricolma di buchi, ci si ingegna per chiudere gli stessi e usarla per raccogliere acqua piovana. Kiev in realtà la pace non l'ha mai voluta, se avesse voluto veramente garantire la tregua, questa sporca guerra, di cui gli stessi ucraini sono vittime di giochi sporchi che partono da lontano, ben prima dell'arrivo di Majdan si sarebbe fermata. Tutto è iniziato con gli accordi sottoscritti al suono di biglietti verdi tra l'ex Presidente Yanukovych e la grande compagnia petrolifera statunitense Chevron, accordo sottoscritto in dicembre 2013 alla presenza dell'Ambasciatore statunitense a Kiev, vero sponsor dell'operazione miliardaria nel Donbass. Da ieri le forze armate ucraine stanno inviando nella zona orientale rinforzi, batterie missilistiche Grad e vecchie batterie missilistiche dell'Ex URSS S-300 ancora efficienti. Le forze armate ucraine fortificano le loro posizioni, scavano il terreno per creare trincee, approfittano della tregua per rinforzare i contingenti nelle aree da loro controllate. La popolazione ha abbandonato i campi, e le fattorie sono prede dei militari che usano per posizionare i loro avamposti. Gli ucraini spesso sparano per ricordare ai separatisti che sono lì, non c'è giorno che per le armi sia giorno di festa. I separatisti si dannano nel frattempo a riparare i mezzi militari abbandonati dagli ucraini in fuga, si scelgono tra i blindati quelli meno mal messi che vengono ripristinati alla loro funzionalità con i pezzi recuperati da quelli meno riadattabili. La città di Slavyansk è il centro operativo dove è attiva la “clinica del recupero” dei mezzi militari sottratti all'esercito ucraino, qui vengono riportati a nuova vita. I separatisti impediscono alla stampa di raggiungere le zone da loro controllate, non vogliono dare il fianco alle forze armate di Kiev. Meglio non far sapere i loro piani strategici in preparazione. Tutto fa presupporre che si prepara un lungo inverno di guerra, che non vede sbocchi. L'accordo sottoscritto il 5 settembre mai rispettato fa presupporre che non c'è volontà di vera pace. Gli scontri sono a fisarmonica, da intensi a deboli per diventare nulli durante la notte, il freddo pungente aiuta, è impossibile combattere con temperature rigide che rendono difficile la vita per i combattenti di entrambe le parti. Unico mezzo di sussistenza al freddo è la legna, si gira per le case abbandonate in cerca di mobili da bruciare e di tavole di legna per costruire rifugi dove ripararsi dal rigido generale inverno che comincia a far capolino. Maurizio Compagnone Opinionista de "La Gazzetta italo brasiliana" Carri armati ucraini |
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