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Padoan non fa economia: 33 milioni per affitti inutili PDF Stampa E-mail
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Notizie - Economia
Venerdì 22 Agosto 2014 09:11

Il paradosso: il dicastero della spending review non taglia in casa propria. Ecco come potrebbe risparmiare

Antonio Signorini - ilgiornale.it

Il ministero dei tagli non riesce a tagliare le spese per gli affitti dei suoi uffici. Ogni anno la Ragioneria generale dello Stato autorizza se stessa al pagamento di 33 milioni e 450 mila euro in locazioni di uffici, soprattutto periferici, che non servono più a molto.

Non è in discussione la sede centrale del dicastero che consiste in una cittadella, in effetti enorme, in via XX Settembre a Roma, dove negli anni passati sono già state riunite varie divisioni prima sparpagliate per la Capitale.


Colpisce semmai sapere che lo stesso ministero che deve attuare la spending review ha ancora una complessa articolazione locale, nonostante le direzioni territoriali del Tesoro siano state abolite.

Sono gli uffici della Ragioneria, che spesso trovano casa in edifici presi in affitto da privati. Gli immobili affittati nel 2013 sono 143, sparsi su tutta la penisola. Ci sono importi bassi, come gli 8.400 euro di Alessandria, ma spesso negli stessi centri la Ragioneria affitta più di un immobile. Sempre per restare nella città piemontese, c'è una «locazione passiva» da 167mila euro.

Le cifre più importanti sono chiaramente quelle delle metropoli. A Milano, in via Zuetti, il ministero dell'Economia affitta un immobile per 1,3 milioni di euro, in via Tarchetti per 1,5 milioni. Un unico immobile, ma più costoso, a Napoli (1,89 milioni di euro), cifre un po' più basse a Bologna (574mila euro) e Bari (solo 465mila euro). A Torino, la Ragioneria occupa un immobile in via Bolzano da 673mila euro all'anno. Nessun affitto a Venezia, dove i tre edifici territoriali del dicastero sono tutti di «uso governativo».

Si dirà, gli uffici territoriali della Ragioneria sono necessari. Ma in realtà uno degli obiettivi dell'informatizzazione della Pa è proprio quello di eliminare, se non intere divisioni dei ministeri, perlomeno la presenza fisica dell'amministrazione centrale nelle province. «Oggi - spiega un funzionario del ministero dell'Economia di una regione del Centro nord - le amministrazioni possono fare autonomamente molte delle operazioni che prima si facevano con le direzioni territoriali, anche grazie al portale della Pa».

Gli stessi dipendenti, che spesso si ritrovano a fare da passacarte, spiega ancora, visto che hanno competenze specifiche, potrebbero andare in mobilità interna e passare negli enti dove c'è carenza di personale amministrativo. Ad esempio giustizia e scuola. Da lì potrebbero aiutare i colleghi a passare definitivamente all' e-government . Operazione indolore, dal punto di vista dell'occupazione, quindi, che farebbe risparmiare una cifra che è ben superiore quella degli affitti. Nei 33 milioni e 450mila euro delle locazioni, non sono infatti comprese le spese per la manutenzione, che nella Pa non sono mai basse.

Il ministero dell'Economia affitta locali anche a Roma, nell'amministrazione centrale. Oltre al mega complesso di via XX Settembre chiaramente di proprietà, risulta una locazione in via dei Normanni per ben 4,3 milioni di euro all'anno. In via Lucania gli «uffici centrali» del ministero, hanno bisogno di un edificio da due milioni all'anno, in via Casilina, un altro da 1,5. «Solo» 1,1 milioni in via Paraboni.

La revisione delle strutture periferiche della Pa è parte integrante della proposta di spending review scritta da Carlo Cottarelli. Prevede risparmi per 500 milioni di euro all'anno. Praticamente un quarto dei 2,2 miliardi che tutta la amministrazione pubblica spende per gli affitti da privati. Un giro di vite che toccherà anche al ministero dell'Economia.
 

 

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