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Notizie - Religione
Giovedì 14 Agosto 2014 19:05

Papa Francesco, appello da Seul: "Il mondo è stanco di guerra". Ma Pyongyang lancia razzi


E' il terzo viaggio di Bergoglio oltre i confini italiani dall'inizio del pontificato. Per la prima volta un Pontefice ha potuto sorvolare la Cina.
Roma, 14 agosto 2014 - Cinque giorni in Corea del Sud per promuovere "una cultura di riconciliazione e di solidarietà", abbattere "i muri della diffidenza e dell'odio" e puntare sui giovani per costruire la pace in un "mondo stanco della guerra". Questo l'obiettivo di Papa Francesco, che, questa mattina, alle 10.15 ora locale (le 3.15 in Italia), è atterrato all'aeroporto Incheon di Seul dove ha trovato ad attenderlo la presidente Park Geun-Hye. Un gesto non previsto nei programmi ufficiali e per questo ancora più significativo. Di grande valore simbolico anche il fatto che, per la prima volta, l'aereo del Pontefice ha potuto sorvolare la Repubblica Popolare Cinese: Pechino ha ufficialmente concesso al volo papale il permesso di passare nel proprio spazio aereo. E Francesco, dal canto suo, ha indirizzato al presidente Xi Jinping "i migliori auguri di pace e benessere sulla Cina".

SPARATI RAZZI DALLA COREA DEL NORD - Tuttavia, poco prima dell'arrivo di Bergoglio, la Corea del Nord ha sparato due razzi in mare. Lo ha reso noto il ministero della Difesa della Corea del Sud. I razzi a corto raggio sono stati lanciati dalla costa orientale, dalla città di Wonsan, e sono finiti nel mar del Giappone. Le operazioni di tiro, effettuate senza annunci preventivi di bando alla navigazione, hanno avuto inizio alle ore 9:30 locali (le 2:30 in Italia) e si sono concluse in circa 25 minuti. In piena visita pastorale, la Corea del Nord ha lanciato altri due missili. Stando alle fonti, i missili sarebbero stati sparati da una rampa di lancio multipla da 300 millimetri, e sarebbero finiti nel Mar del Giappone dopo un volo di circa 220 chilometri. La mossa è la prima del genere da parte del regime di Pyongyang dalla fine di luglio, e precede di qualche giorno le manovre militari congiunte tra forze del Sud e degli Usa, in programma da lunedì prossimo. Missili e razzi a corto raggio sono stati lanciati anche a fine giugno e a inizio luglio, alzando i livelli di tensioni nella penisola, divisa in due dalla fine della guerra di Corea del 1950-53.

LA PRIMA GIORNATA - Dopo l'arrivo, papa Francesco ha raggiunto in macchina la nunziatura di Seul, dove alloggerà in questi giorni. Lì ha celebrato una messa privata. Alle 15,45 ora locale il Pontefice si è recato alla Blue House, il Palazzo presidenziale della capitale coreana, per la cerimonia di benvenuto e una visita di cortesia al presidente, la signora Park, prima donna coreana a ricoprire questo ruolo, eletta nel dicembre 2012. "Nutro la speranza che la democrazia coreana continuerà a rafforzarsi" perché "ha sofferto lungamente a causa della mancanza di pace", ha detto Papa Francesco in un passaggio del suo discorso. La ricerca di questa pace, ha aggiunto, "ci sta particolarmente a cuore perché influenza la stabilità dell'intera area e del mondo intero, stanco della guerra". Per Francesco "si tratta della perenne sfida di abbattere i muri della diffidenza e dell'odio promuovendo una cultura di riconciliazione e di solidarietà. La diplomazia, infatti, come arte del possibile, è basata sulla ferma e perseverante convinzione che la pace può essere raggiunta mediante il dialogo e l'ascolto attento e discreto, piuttosto che attraverso reciproche recriminazioni, critiche inutili e dimostrazioni di forza", parole che arrivano a poche ora di distanza dal lancio dei razzi da parte della Corea del Nord.

"E' tempo di riconciliazione e di riunire le due Coree: noi siamo fortemente impegnati in questo senso", ha detto da parte sua la presidente Park Geun-Hye, figlia di Park Chung-hee, presidente coreano arrivato al al potere nel 1961 con un colpo di stato e rimasto in carica fino al suo assassinio nel 1979. "Una sola Corea è l'aspettativa di tutti coloro che amano la pace e spero che dal viaggio venga un contributo".

IL VIAGGIO IN NUMERI - Oltre 18.700 chilometri da percorrere; dieci trasferimenti via aerea, due su airbus e otto in elicottero; tempo di volo stimato in circa ventisei ore e mezzo; percorsi cittadini in auto, berlina o jeep. Tutto in sei giorni, da oggi al 18 agosto. In cifre è questo il viaggio di papa Francesco in Corea, il terzo oltre i confini italiani dall'inizio del pontificato, dopo quelli in Brasile e in Terra santa. Bergoglio visiterà cinque città e pronuncerà undici discorsi. E questa volta quattro in lingua inglese. Per gli altri è prevista la traduzione simultanea in inglese e coreano. La Corea del Sud è stata visitata da Giovanni Paolo II nell'84 e nell'89. Papa Bergoglio è in Corea per unirsi alla giornata della gioventù dei giovani asiatici, in corso a Daejeon. Altro motivo della visita è l'incontro con una Chiesa molto dinamica che cresce in media di centomila battezzati ogni anno e che in pochi anni ha superato il dieci per cento della popolazione. Una chiesa con una storia unica: è stata fondata da laici che hanno scoperto la fede da soli, e l'hanno mantenuta per una cinquantina d'anni senza l'aiuto di missionari. A questa prima generazione di cristiani, atipici, papa Bergoglio renderà omaggio beatificando 124 loro martiri. Oltre a giovani e martiri, incontrando un popolo diviso in due dal 38.mo parallelo come esito della prima guerra combattuta interamente in Asia, papa Bergoglio non potrà non aver presente il tema della pace, della riconciliazione, la denuclearizzazione. L'ultima messa pubblica del viaggio sara' proprio dedicata alla riconciliazione. Alla giornata della gioventù asiatica parteciperanno ragazzi da 23 paesi, si stima circa quattromila coreani e duemila dal resto dell'Asia.


quotidiano.net 

Ultimo aggiornamento Giovedì 14 Agosto 2014 19:15
 

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