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Grillo grida al colpo di Stato. Renzi lo sfotte: "Colpo di sole" PDF Stampa E-mail
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Notizie - Politica
Venerdì 25 Luglio 2014 08:59

Il diktat di Grillo ai suoi: "Non parlate più col Colle"

Sale la tensione in parlamento. Renzi conferma la linea dura: "Piaccia o no, faremo le riforme". Ma Grillo passa al contrattacco e agita lo spettro delle elezioni anticipate: "L'unica via d'uscita sono le urne". Poi torna a chiedere le dimissioni di Napolitano

Sergio Rame - ilgiornale.it

"Si chiama colpo di Stato. Mussolini ebbe più pudore, non lo chiamò riforme". Come d'abitudine Beppe Grillo va ad alzare i toni dello scontro.

All'indomani dello strappo in Senato e dalla marcia delle opposizioni al Quirinale, il leader del Movimento 5 Stelle torna a chiedere la testa di Giorgio Napolitano, reo a suo dire di essere "il regista di questo scempio".

"Dovrebbe almeno per pudore istituzionale dimettersi subito- tuona il comico sul blog - con lui le forze democratiche non dovrebbero avere più alcun rapporto".

Il clima, quindi, resta teso. E non solo per la dura contrapposizione tra maggioranza e opposizione, che porta il solitamente "pacato" capogruppo Pd Luigi Zanda ad alzare la voce in Aula e accusare i grillini di pronunciare "parole luride". Ma perché anche all'interno degli stessi partiti che sostengono le riforme, Pd e Forza Italia in testa, resta alto il malumore. Matteo Renzi, però, non sembra aver alcuna intenzione di arretrare: "Non mollo. Basta con quelli che dicono sempre no". E taglia corto: "Piaccia o non piaccia le riforme le faremo". Grillo, ovviamente, non ha alcuna intenzione di sottrarsi al braccio di ferro.

Ed è pronto a dare battaglia a oltranza. E nel post intitolato Aridatece er puzzone, dove giganteggia una foto di Benito Mussolini, annuncia la rottura definitiva con l'uomo del Colle. "Il M5S non terrà d’ora in poi alcun contatto con un uomo che ha abdicato al suo ruolo di garante della Costituzione - spiega il comico genovese - si spera che anche altre forze politiche si associno e lo isolino prima che sia troppo tardi, prima del buio a mezzogiorno". Una posizione estremista che suscita l'ilarità del premier che su Twitter lo prende sonoramente in giro. "Grillo che il nostro è un colpo di stato - scrive il premier - caro Beppe: si dice sole. Il tuo è un colpo di sole".

Su un punto Renzi e Grillo sembrano trovarsi d'accordo. Entrambi si sbracciano agitando lo spauracchio delle elezioni anticipate.

Così, mentre il premier è deciso a portare fino in fondo la minaccia delle urne anticipate per incassare il consenso "anticasta", il comico genovese la vede come l'ultima spiaggia per far saltare l'accordo tra Renzi e Berlusconi e interrompere le riforme costituzionali. "Il M5S non ha paura di tornare alle urne per rilegittimare il Parlamento, anche domani se necessario - tuona dalle colonne del blog - la minaccia di Renzi di nuove elezioni è una pistola scarica e lui lo sa".

 

 

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