Giustizialismo, dal Pd timidi segnali di mea culpa |
Notizie - Politica |
Sabato 19 Luglio 2014 11:35 |
Renzi non commenta l'assoluzione. Dal quartier generale del Pd dichiarazioni di maniera. Ma dopo vent'anni di persecuzione giudiziaria sembra sgretolarsi qualche dogma del giustizialismo. Orlando: "Il sistema ha tenuto". Ma Forza Italia: "Ora riforma della giustizia"Andrea Indini - ilgiornale.it Ci sono voluti vent'anni di aspra persecuzione giudiziaria, segnata da soprusi, colpi bassi e vili abusi, perché il dogma del giustizialismo cominciasse a franare. Aldilà dei rosiconi anti Cav, che hanno sbeffeggiato la decisione della Corte d'Appello con insulti e parolacce, l'assoluzione di Silvio Berlusconi nel processo Ruby apre un fronte nel Partito democratico.
Va bene l'assoluzione, va bene la gioia del momento, ma nel fondo del calice rimane l’amarezza. Quella più difficile da bere: i danni politici e di immagine causati dalla vicenda Ruby. Per questo, nel commentare la decisione della Corte d'Appello di Milano, Berlusconi parla di "un'accusa ingiusta e infamante" per la quale riecheggiano ancora nella sua testa gli anni di "aggressione mediatica, i pettegolezzi, e le calunnie". A Milano arriva così la sentenza più attesa per il Cavaliere: quella che lo assolve dalle accuse di concussione e di prostituzione minorile. Assoluzione che, però, non cancella quattro, lunghissimi anni di aggressione mediatica, gossip voyeuristico e libidinoso, diritto alla privacy negato. Sul Rubygate ci hanno campato i soliti anti Cav che riempivano i salotti radical chic, i manettari di Repubblica e Fatto Quotidiano che quotidianamente pubblicavano pettegolezzi infondati e intercettazioni illegali, i commentatori progressisti che per avere cinque minuti di visibilità infangavano l'Italia agli occhi del mondo. Quello che è successo dopo è storia: i sorrisetti di Angela Merkel e Nicolas Sarkozy, l'attacco della Germania ai nostri titoli di Stato, le manovre di Giorgio Napolitano per piazzare Mario Monti a Palazzo Chigi e, infine, le dimissioni di Berlusconi da premier. Adesso che la Corte d'Appello ha dimostrato che "il fatto non sussiste" se non nei teoremi sconclusionati di Ilda Boccassini e soci chi si assumerà l'onere delle scuse? Probabilmente nessuno. A caldo, la reazione del Pd all’assoluzione è stata fredda, ma istituzionale. Con Verini prima e la vicesegretaria Serracchiani poi, i dem si sono limitati a ricordare come il partito abbia rispettato la sentenza di primo grado e come adesso rispetti quella d’appello. "Il nostro rispetto per le sentenze della magistratura - ha scandito ieri sera la governatrice del Friuli Venezia Giulia - non è uno slogan". All'indomani, però, qualcosa sembra muoversi. In una chiacchierata col Corsera Orfini è disposto ad ammettere qualche colpa. Niente nomi, per carità. Piuttosto un appello a recuperare, in futuro, il valore del garantismo. "In alcune parti della sinistra si è perso il senso della cultura delle garanzie e abbiamo visto una deriva giustizialista, anche perché dall’altra parte c’era chi aggrediva la magistratura - spiega il presidente del Pd - dovendola noi difendere, in alcuni casi si è andati oltre nel senso opposto". Eppure, pur riconoscendo come ieri sia emerso "un sistema di garanzie molto importante", il Guardasigilli Andrea Orlando si dimostra riottoso a dialogare col centrodestra per scrivere insieme la riforma della giustizia. "Il rischio - spiega è che la discussione si schiacci pro o contro Berlusconi". Eppure da parte di Forza Italia è stato rinnovata, ancora oggi, la disponibilità al confronto. Separazione delle carriere, responsabilità civile diretta dei magistrati per dolo e colpa grave, depoliticizzazione del Csm e abolizione delle correnti politiche che fanno il bello e il cattivo tempo nelle nomine sono solo alcuni punti su cui gli azzurri vorrebbero confrontarsi con Renzi. "La grandissima parte dei magistrati esige che si valuti il merito e la capacità di lavoro per promozioni e assegnazioni di sede - si legge sul Mattinale - mentre oggi il criterio dominante è l’appartenenza a una cordata politica, dove quelle più compatte e ideologiche (Magistratura democratica, Area) dominano su chi fa il suo lavoro di pm o di giudice senza confluire in camarille". |
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