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SEMPRE PIÙ RICCI VITTIME DEI VEICOLI SULLE STRADE ITALIANE PDF Stampa E-mail
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Notizie - Ambiente
Mercoledì 16 Luglio 2014 20:29

Segnale di un’impennata della riproduzione dei piccoli mammiferi?
Per saperne di più, si dovranno imitare i drastici… “indicatori statistici” del Regno Unito?

Il fenomeno è denunciato non solo dagli ambientalisti ma, soprattutto, dagli automobilisti. Per le strade d’Italia si sta registrando una escalation di uccisioni di ricci (Erinaceus europaeus), mammiferi alquanto diffusi e dalla riproduzione oggi incontrollata, con 4-5 cuccioli in media a parto. Questi animali possono misurare anche un massimo di 25-27 centimetri di lunghezza ed avere un peso che raramente supera il chilogrammo, a parte nel periodo preinvernale (all’approssimarsi del letargo tra ottobre ed aprile) in cui la stazza può anche raddoppiare.
Sempre più spesso, infatti, sull’asfalto si possono rinvenire i resti spiaccicati degli esemplari finiti sotto le ruote delle auto durante la notte, quando escono dalle loro tane in qualche cavità del terreno per cercare cibo ed acqua. E’ un’infausta fine quella di tanti ricci di casa nostra, nonostante il loro senso del tatto fortemente sviluppato ed un udito in grado di percepire frequenze comprese tra i 250 ed il 60mila Hz, cioè dentro i parametri degli ultrasuoni, invidiabile facoltà che assume importanza fondamentale nel procurarsi il nutrimento da onnivoro.
La vista consente ai ricci di vedere fino a 30 metri di giorno ed a 12 di notte. Dotato d’una chiostra dentaria di 36 denti, il mammifero si protegge da aggressioni, urti o cadute con circa seimila aculei dal colore che muta, assieme al pelo, con le stagioni.
Forse la… disgrazia principale dei ricci è quella d’avere abitudini esclusivamente notturne, adattatesi a quelle di certe prede. All’impatto con un probabile pericolo, si fermano drizzando gli aculei sul dorso per poi appallottolarsi. Rimedio inutile contro le ruote delle auto che schiacciano senza volerlo quegli ammassi tondeggianti fermi in mezzo alla via.
Le statistiche del… ramo affermano che annualmente vengono “pressati” dai veicoli di passaggio addirittura tra i due ed i tre milioni di ricci, paralizzati sulle strade od intenti a correre da un lato all’altro.
Il numero dei resti rinvenuti è un… “indicatore statistico percentuale” sulla popolazione dei ricci nel Regno Unito. Si dovrà arrivare a questo punto anche in Italia, nonostante il fatto che il riccio “indigeno” sia una specie protetta non soggetta a caccia (nell’antica Roma veniva allevato per poi apprezzare la sua carne) od a detenzione in cattività? 

Claudio Beccalossi   
 

 

 

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