Fuori per giusta causa. |
Notizie - Sport |
Mercoledì 25 Giugno 2014 03:56 |
Fa male perché ce lo siamo meritati. Fuori, a casa. Colpa nostra, dell'Italia. L'arbitro o Suarez vengono dopoGiuseppe De Bellis - ilgiornale.it Fa male perché ce lo siamo meritati. Fuori, a casa. Colpa nostra, dell'Italia. L'arbitro che espelle Marchisio viene dopo, Suarez che morde Chiellini e non viene espulso viene dopo.
Abbassiamo la testa, facciamolo. Lo fa Prandelli che s'è dimesso. Si assume le sue responsabilità, si accolla le sue colpe. Ha fatto scelte incomprensibili, ha smentito se stesso, ha cambiato formazioni, ha dato l'impressione di essere insicuro, incerto, dubbioso. Senza un progetto definito, o meglio, con un progetto abortito, perché è come se non avesse avuto il coraggio di andare fino in fondo. Non avevamo una grande squadra, lo sapevamo. Ma perché se decidi di giocare con due attaccanti e poi togli Balotelli, lo sostituisci con un centrocampista? Il Paese dei soliti furbi invocava Immobile, Prandelli l'ha accontentato, ma è stato un disastro. Era considerato l'uomo baciato dal destino, ma oggettivamente non ha dimostrato di essere all'altezza. Un ragazzo fuori contesto e fuori luogo, inadatto per il momento a un torneo così importante. Prandelli se ne va: «Irrevocabile». La Figc prende atto e fa di conseguenza. Perché ogni fallimento della Nazionale è un fallimento della Federazione. E quindi si dimette anche il presidente Abete. Non sappiamo se con chi abbiamo lasciato a casa forse sarebbe stato diverso. Ciò che sappiamo è che la Nazionale ha pescato tra quello che abbiamo. Cioè poco. Balotelli è naufragato in un mare di mediocrità. Prandelli ha sbagliato all'interno di un contesto comunque scadente. E questo è troppo: per il nostro ruolo nel mondo del pallone, per ciò che siamo sempre stati, per i quattro Mondiali vinti e per ciò che gli altri hanno sempre pensato di noi, l'Italia è sempre l'Italia. Così dicevano. Così dicevamo. Ora che siamo? L'espulsione è un alibi, il morso a Chiellini non è neanche quello. Siamo al fallimento globale di un Paese calcisticamente in recessione: economica, tecnica, strategica. Non abbiamo una prospettiva. È il momento più triste dell'era contemporanea del nostro pallone. Si ricomincia da zero, forse anche un po' più giù.
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