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Martedì, 07 Maggio 2024
UCRAINA: “L’ALTRA VERITA” SUI NUOVI “POTERI FORTI”. PDF Stampa E-mail
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Notizie - Opinioni
Venerdì 18 Aprile 2014 16:55

 di Claudio Beccalossi

Uomini (e donne) ad interim ma verso la stabilizzazione d’un “regime nazionalista”
già compromesso con fomentatori e praticanti del terrorismo e dell’integralismo.
Tutto nell’apparente ottica antirussa e nella penetrazione ad Ovest, con le regie di Stati Uniti, Cia e Nato e l’acquiescenza di un’Unione Europea dalle maniche diventate improvvisamente larghe.

   Gli ucraini che manifestavano anche in Italia contro il “bandito” (ovvio) Viktor Fëdorovyč Janukovyč ma presidente, poi ex, votato con elezioni, contro l’”aggressore” russo Vladimir Vladimirovič Putin, contro il referendum in Crimea (e l’annessione poi da parte della Russia), contro la corruzione governativa e per il cambiamento (magari tra le tette dell’Unione Europea e con il preservativo fornito dagli Stati Uniti) sanno chi erano i nuovi e vecchi nomi saliti al potere a Kiev-Kyïv con un “colpo di Stato” (come può essere chiamato se non così)? Gli “ucraini della diaspora” conoscono la parziale biografia dei garanti ad interim autoproclamatisi detentori della transizione e candidati del “nuovo corso” santificato da Bruxelles e Washington (con incisivi “interventi” preparatori sottobanco da parte di Cia – Central Intelligence Agency – Nato – North Atlantic Treaty Organization – e servizi segreti di vari altri Paesi)? Od anche loro “mangiano” quello che il “menu informativo” mette in tavola, senza sapere gli ingredienti e chi, come e perché l’ha cucinato?

   Per tutti, comunque, in buona od in cattiva fede, ecco alcune interessanti notizie, iniziando dalle molte manipolazioni della verità, dalle montature della cronaca attuate da accondiscendenti “yesmen”, da “giornalai” (con tutto il rispetto per i venditori di giornali) con le fette di mortadella sugli occhi e che non meritano d’essere definiti giornalisti super partes. “Giornalai”, come quelli che hanno ripetuto (e ripetono) ancora delle “manifestazioni popolari di Piazza Majdán”: “majdán” in lingua ucraina significa “piazza” ed i saputelli insistono a chiamare Majdán Nezaléžnosti (cioè, Piazza dell’Indipendenza) “Piazza Majdán”, “Piazza Piazza”.

   Questo è solo l’”antipasto” al cumulo di pressappochismo, di disinformazione se non di nette falsità, chiaramente orchestrato da una regia neanche tanto smaliziata che già da anni stava “preparando” sottobanco, da avvoltoio in attesa del momento propizio, la cosiddetta “insurrezione” a Kyïv. “Maidan Activists Trained by NATO in 2006” (“Militanti di Majdán addestrati dalla Nato nel 2006”), titola il link http://libya360.wordpress.com/2014/02/07/maidan-activists-trained-by-nato-in-2006/, con tanto di foto d’un gruppo di giovani che anni dopo avrebbero protestato a “Piazza Majdán” (anche qui con l’equivoco sul nome reale della piazza, n.d.a.) appartenenti all’Assemblea nazionale ucraina – Autodifesa del popolo ucraino (con l’acronimo Una-Unso) che si ritiene si facessero le ossa in “campi di terrorismo della Nato” in Estonia.



A group of young Maidan Square protesters, members of the Nazi organization Ukrainian People’s Self-Defense (UNA-UNSO), were trained in NATO terrorist camps in Estonia, in 2006.
The training included manufacturing and handling of explosives, as well as shooting.

   L’organizzazione d’autodifesa nazionale ucraina (Una-Unso) è un partito che appoggia apertamente Julija Volodymyrivna Tymošenko e che s’è “impegnata” per l'espulsione di preti russi da chiese ortodosse, per l'intimidazione delle minoranze ungheresi, polacche e rumene dell’Ucraina occidentale alle elezioni del 2004 e per la richiesta di riabilitare i combattenti anticomunisti che s’affiancarono ai nazisti nell’invasione della Russia. Ciò prima delle azioni criminali prima, durante e dopo la retorica e fuorviante “Euro-Majdán”. Qualche esempio?
   Hanno fatto circolare, nei momenti caldi della protesta, le immagini d’un anonimo giovane manifestante seminudo tra poliziotti che lo controllavano.
   I links http://www.voltairenet.org/article182068.html (“False immagini dall’Ucraina”) e http://www.voltairenet.org/article182477.html (“Chi sono i nazisti nel governo ucraino?”) hanno probabilmente svelato la realtà (che forse non piacerà ai “creduloni” od ai “pantofolai”). Volevano dimostrare per l’ennesima volta la cattiva coscienza del regime del detestato presidente Janukovyč costretto alla fuga, invece è stata scoperta la vergognosa farsa accettata come vangelo dai media al soldo di Unione Europea e Stati Uniti. Il “disgraziato vilipeso” era Dmytro Anatolijowytsch Jarosch, nato a Dniprodserschynsk il 30 settembre 1971, entrato nel governo golpista del primo ministro ad interim (eufemismo della presa di potere violenta, senza l’avallo elettorale del popolo), Arsenij Petrovyč Jacenjuk, come vicesegretario del Consiglio nazionale sicurezza e difesa (“frangia” del ministero della Difesa e delle Forze Armate), cofondatore nel 1994 e capo dal 2005 (ed indicato come “colonnello”) del gruppo nazionalista radicale “Tryzub (Tridente) – Stepan Bandera” (politico ucraino, capo dell’Organizzazione dei nazionalisti ucraini, O.U.N. e fondatore dell’Esercito Insurrezionale Ucraino, U.P.A.) e dell’organismo d’estrema destra e di nazionalisti radicali “Prawyj Sektor” (“Fazione Destra”), dichiaratamente antirussa ed antisemita.  
  Dmytro Jarosch nelle due “versioni”.    

   
ESISTE UNA STRANA SOMIGLIANZA ANCHE TRA LO PSEUDO MANIFESTANTE SEMINUDO
E OLEKSANDR MAKSYMOVYCH SYCH, NEO VICE PRIMO MINISTRO. IPOTESI BLASFEMA?


        

   Jarosch, tanto per non farsi mancare niente nel proprio “curriculum”, risulta abbia combattuto con gli islamisti ceceni ed il 1° marzo 2014 ha chiesto “d’attivare la lotta contro la Russia” ad uno dei principali capi dei combattenti in Cecenia, efferato motore di stragi (27 novembre 2009 sul treno “Nevskij Ekspress” con 27 vittime, 29 marzo 2010 alla metropolitana di Mosca, 41 deceduti ed all’aeroporto di Domededovo di Mosca del 24 gennaio 2011, 37 morti) ed ex emiro del virtuale Emirato del Caucaso del Nord, Doku “Dokka” Khamatovich Umarov (Dokka Abu Usman), considerato dalle Nazioni Unite membro di Al-Qāʿida”, definito il “Bin Laden di Russia” e che sarebbe morto il 18 marzo 2014 – http://www.balcanicaucaso.org/layout/set/print/aree/Cecenia/Il-mistero-della-morte-di - “Il mistero della morte di Doku Umarov” (era nato a Kharsenoi, Cecenia, il 13 aprile 1964). L’uccisione, anzi, la “neutralizzazione ufficiale” di Umarov è “esplosa” sui media internazionali l’8 aprile 2014 tramite l’intelligence russa (F.S.B., Servizi federali per la sicurezza della Federazione Russa, Federal’naja služba bezopasnosti Rossijskoj Federacii) – http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/doku-umarov-morto-emiro-caucaso-cecenia- - “Russia: ucciso Doku Umarov, l’emiro del Caucaso. Era ricercato in tutto il mondo”. Nelle sequenze diffuse ovunque, si vedeva Jarosch-manifestante ignudo e vilipeso, accanto ad un “poliziotto” in divisa che è risultato poi essere Andrej Dubrovik. Peccato che questi abbia lasciato da tempo il ministero degli Interni per assumere il ruolo di capo della sicurezza del partito pan-ucraino, l’Unione Pan-Ucraina "Patria” (Vseukraїns’ke Ob’jednannja “Bat’kivščyna”), della discussa politica, pseudo pasionaria ed oligarca Julija Volodymyrivna Tymošenko. Stando a “Vremya” (“Tempo”), principale telegiornale russo, la “sceneggiata” è stata girata da Andrej Kozhemjakin, regista televisivo che collabora anche con la Tymošenko. Jarosh viene considerato da osservatori obiettivi come “la figura più minacciosa e pericolosa tra i leader d’estrema destra ucraini”. Per tale motivo s’è “meritato” un posto nel governo ad interim post-Majdán oltre alla denuncia russa per “incitamento al terrorismo internazionale”? 

   Andrej Dubrovik, “poliziotto riciclato”. 

  

   E, a proposito di “vittime & carnefici”, occorre sottolineare la bravura d’un altro esponente del “Governo- Jacenjuk”, Dmitrij Bulatov (ministro della Gioventù e dello Sport), membro dei nazionalisti “Una-Unso”), finito su tutti i media internazionali con il suo volto sanguinolento in seguito a “rapimento” e “torture” da parte di filogovernativi (http://www.giornalettismo.com/archives/1333037/dmytro-bulatov-lattivista-ucraino - “Dmytro Bulatov: l’attivista ucraino rapito, torturato e crocifisso”). Era circolata la notizia che l’esponente ucraino, “leader di auto-majdán” (gruppo che organizzava proteste motorizzate, con auto in fila a contestare i ministri più “compromessi”) fosse stato rapito il 22 gennaio per poi riapparire il 31 dello stesso mese con “inequivocabili” segni di violenze subite: il volto sfregiato, un pezzo d’orecchio mancante, addirittura “crocifisso”, picchiato prima d’essere abbandonato in un bosco. Invece di riferire i particolari della sua vicenda alla polizia (che indagava sulla sua sparizione fin da quando era stata ritrovata la sua auto), Bulatov ha preferito farsi immortalare dai giornalisti ancora sporco di sangue per poi recarsi in Germania per “cure”. L’ex ministro degli Affari Esteri ucraino (in carica dal 24 dicembre 2012 al 23 febbraio 2014), Leonid Kozhara (nato a Poltava il 14 gennaio 1963), ha affermato che il nazionalista stava bene e che rapimento e torture erano tutta una montatura. Appena un mese dopo i fatti asseriti Bulatov era in piena forma.

   Dmitrij Bulatov.  A destra dopo la… “crocifissione”. 

     

  Stando a Rete Voltaire, è stata la Cia (Central intelligence agency) ad organizzare a Kyïv il colpo di Stato che ha permesso la salita al governo provvisorio di oligarchi ed estremisti, con vari esponenti del radicalismo nazistoide più criminale che politico. Oltre a Dmytro Yarosch ed a Dmitrij Bulatov, nella “lista nera” (bianca per gli utilitaristici Stati Uniti “Pentagono-dipendenti”, per la Nato vogliosa di “spazio vitale” ad Est, per la scodinzolante Unione Europea) figurano pure Andriy Volodymyrovych Parubiy (nato a Chervonohrad il 31 gennaio 1971), segretario del Consiglio nazionale sicurezza e difesa (corpo-“ombrello” del ministero della Difesa e delle Forze Armate), cofondatore con Oleh Yaroslavovych Tyahnybok (nato a L’viv il 7 novembre 1968, candidato presidenziale che, in Majdán Nezaléžnosti, dove ha “espresso” la propria accesa virulenza non solo verbale, portava un casco ed uno scudo con una croce celtica in bella mostra, oltre al numero 1488, simbolo del neonazismo suprematista bianco) del partito con l’esplicita denominazione di nazionalsocialista d’Ucraina, poi mutato in Unione Pan-Ucraina “Libertà” (“Svoboda”).

   Il partito “Svoboda” porta avanti un “programma politico” (links http://www.senzasoste.it/anti-fascismo/uno-per-uno-i-nazisti-nel-nuovo-governo-ucraino - “Uno per uno, i nazisti nel nuovo governo ucraino”; http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=99138 – “Ecco tutti i nazisti del neogoverno ucraino”) basato, tra l’altro, sull’abolizione del diritto d’aborto (anche in caso di stupro), sulla criminalizzazione del solo dichiararsi a favore dell’interruzione di gravidanza, sulla messa al bando d’ogni partito comunista, sul diritto a detenere un’arma, sull’indicazione sul passaporto dell’appartenenza etnica e religiosa, sulla messa a punto d’un arsenale nucleare ucraino, sull’entrata nell’Unione Europea e sull’adesione alla Nato (con il Pentagono all’orgasmo). “Svoboda” è stato citato dal Centro “Simon Wiesenthal” (Simon Wiesenthal Center, spesso abbreviato SWC), con sede a Los Angeles (California) come “uno dei cinque partiti più antisemiti al mondo”. Gli appartenenti al “Tryzub” (“Tridente”) si sono distinti nelle “gloriose” giornate di violenza a Kyïv per l’occupazione di caserme e depositi di armi.

   Ihor Miroshnychenko (nato a Lebedyn il 20 febbraio 1976), giornalista sportivo e deputato di “Svoboda”, ha dichiarato a suo tempo: «L’omosessualità andrà bandita dall’Ucraina perché è una malattia che aiuta a diffondere l’Aids». E’ autore d’un libro intitolato “Nazionalsocialismo” in cui tenta di illustrare l’ideologia che sostiene il suo partito e nel quale trae ispirazione da figure come Ernst Röhm, comandante militare (Stabschef) delle S.A. (Sturmabteilung, squadre d’assalto, primo gruppo paramilitare del Partito nazista di Adolf Hitler), Gregor Strasser (uno dei primi gerarchi del Partito nazista), Joseph Paul Goebbels (uno dei più importanti gerarchi nazisti, Gauleiter di Berlino dal 1926 al 1945, ministro della Propaganda del Terzo Reich dal 1933 al 1945, ministro plenipotenziario per la mobilizzazione alla guerra totale e generale della Wehrmacht, con l’incarico della difesa di Berlino dall’aprile del 1945 e, dopo il suicidio di Hitler, il 30 aprile 1945, per quasi due giorni Cancelliere del Reich). Miroshnychenko, sulla sua pagina su Facebook, ha indicato l’attrice Milena Markovna Kunis, conosciuta come Mila Kunis (ucraina naturalizzata statunitense), “una scrofa” perché nata in Ucraina ma da padre russo e da madre ebrea.

  Milena Markovna Kunis, in arte Mila Kunis.

   Il “deputato di destra dalla coda di cavallo” s’è ulteriormente “distinto”, il 18 marzo 2014, entrando di forza con altri quattro individui del suo partito, armati, nell’ufficio del direttore del 1° canale della Televisione nazionale d’Ucraina, Oleksandr Panteleymonov, per aggredirlo duramente e costringerlo a firmare una lettera di dimissioni in quanto “colpevole” d’aver mandato in onda il discorso di Putin dopo i risultati del referendum indetto in Crimea il 16 marzo 2014 (http://www.agoramagazine.it/it/politica/politica-estera/aggredito-e-duramente-picchiato - “Aggredito e duramente picchiato il direttore del 1° Canale TV dell’Ucraina Oleksandr Panteleymonov”). Miroshnychenko, per assurdo, è membro della Commissione parlamentare sulla libertà di parola (sic). L’escalation di aggressioni nei confronti della stampa e dei giornalisti in Ucraina, ha spinto perfino Amnesty International a sollecitare le autorità ucraine (quali?) a reprimere ed a giudicare simili atti intimidatori e brutali (ed il resto delle violazioni di elementari diritti umani d’ambo le parti?).            

  Ihor Miroshnychenko.   L’aggressione.

 

   Altri “compari” del partito neonazista “Libertà” (“Svoboda”) “paracadutati” ai vertici istituzionali con Jacenjuk sono Oleksandr Maksymovych Sych (nato a Dert, Rivne, il 16 luglio 1964, uno dei due vice primo ministro), Serhij Myronovytj Kvit (nato a Uzjhorod il 26 novembre 1965, ministro della Pubblica Istruzione), Andriy Mokhnyk (nato a Lypovets, Vinnitsa, il 15 giugno 1972, ministro dell’Ecologia e delle Risorse naturali), Ihor Oleksandrovych Shvaika (nato a Troyitskoye, Kalmykia, il 25 febbraio 1976, ministro delle Politiche agricole e alimentari), Oleh Ihorovych Makhnitskyi (nato a L’viv il 15 marzo 1970, procuratore generale dell’Ucraina) e l’appartenente a Una-Unso Tetjana Mykolaivna Čornovol (nata a Kyïv il 4 giugno 1979,  presidente della Commissione anticorruzione nazionale, vittima d’un grave pestaggio subito nella notte tra il 24 ed il 25 dicembre 2013). Per quanto riguarda Ihor Yosypovych Tenyukh (nato a Stryi, L’viv, il 23 maggio 1958, ministro della Difesa) non è sicura la sua adesione formale al partito “Libertà” (“Svoboda”), anche se ha partecipato alle sue riunioni (Wikipedia su Internet lo assegna con sicurezza a “Svoboda”: Tenyukh is a member of the far right Svoboda (Freedom) Party. Gli incarichi complessivi assegnati, comunque, sono delicati per “burattinai” d’un proseguimento della pericolosa svolta nell’estremismo “nero” più becero.

 Il nazionalismo ucraino che s’è imposto in “Euro-Majdán” è connesso al nazismo storico ed alla figura di Stepan Bandera (Staryi Uhryniv, 1° gennaio 1909 – München, 15 ottobre 1959) che, nel 1934, fu condannato a morte per aver ordito con altre 11 persone l’assassinio del ministro degli Interni polacco ma la cui sentenza, poi, venne commutata in ergastolo. Dopo la liberazione dal carcere da parte dei nazisti, nell’ottobre 1939 si trasferì a Kraków (Cracovia) con un gruppo di nazionalisti ucraini per organizzare un battaglione ucraino nell’esercito tedesco, il Battaglione “Nachtigall”, che, con il Battaglione “Roland”, costituiva la Legione Ucraina. In seguito capeggiò il gruppo reazionario dell’Organizzazione dei nazionalisti ucraini (O.U.N.) e nel 1941 fu nominato governatore del neo Stato dell’Ucraina proclamato a Leopoli (in polacco Lwów, in ucraino L'viv) senza che i nazisti ne venissero informati o dessero l’approvazione. Per questo, venne arrestato e deportato nel Lager di Sachsenhausen. Restò in Germania al termine della guerra, dirigendo all’Occidente le unità dell’Organizzazione dei nazionalisti ucraini. Il 15 ottobre, Bandera venne rinvenuto insanguinato, ma ancora vivo, all’ingresso d’una casa in Kreittmayr Straße, a München. In seguito il suo decesso fu attribuito ad avvelenamento. Il 17 novembre 1961 il giudice dichiarò che l’assassino di Stepan Bandera era Bohdan Stachynskyi e che avrebbe obbedito ad ordini sovietici impartiti da Nikita Sergeevič Chruščëv ed Alexander Nikolayevich Shelepin. Quindi, il 19 ottobre 1962 Stachynskyi ebbe una condanna ad 8 anni di carcere. Il 20 ottobre 1959 Stepan Bandera trovò inumazione nel Waldfriedhof di München. Secondo i links http://www.senzasoste.it/anti-fascismo/uno-per-uno-i-nazisti-nel-nuovo-governo-ucraino - http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=99138, “Stepan Bandera fu capo della divisione SS “Galizien”, responsabile dell’eccidio di centinaia di migliaia di persone e della deportazione d’un numero equivalente di ebrei, comunisti e zingari verso i campi di sterminio nazisti”.

Nella “galassia” dell’estremismo di destra che caratterizza il “balzo” dell’Ucraina verso l’”accoppiata” Unione Europea-Stati Uniti, agisce anche il partito “Karpatskaja Sech” (dalla denominazione che deriva da una lingua inventata dai nazisti ucraini nel corso della Seconda Guerra Mondiale quando, in piena occupazione tedesca, il russo venne abolito). Per i collaborazionisti ucraini, la “karpatskaja rus” era la lingua, mito o realtà, che si parlava nell’area geografica corrispondente all’Ucraina prima dell’avvento del regno russo, la Rus’ di Kyïv. Una-Unso, a sua volta, è un partito d’estrema destra con militanti organizzati in brigate volontarie già combattenti assieme ai guerriglieri ceceni. Inalbera un’ideologia costruita “sul fondamentalismo ortodosso, sul nazionalismo ucraino, sull’antisemitismo e sulla necessità d’un governo autoritario”. Sono questi i ceffi a cui l’Unione Europea metterà in mano 11 miliardi e 175 milioni di euro del “pacchetto” di misure a favore dell’Ucraina ed ha  consegnato le chiavi per l’approvvigionamento energetico (il gas che viene dalla Russia e passa obbligatoriamente dall’Ucraina verso l’Occidente) e che magari, prima o poi, occuperanno scranni nella Commissione Europea? Bene. Il futuro dei figli dell’attuale Unione Europea ringrazia…

Una figura indubbiamente criminale affluita in Una-Unso e coordinatore del Settore Diritto (sic) di “Prawyj Sektor” (“Fazione Destra”) per l’Ucraina occidentale è stato, fino alla sua eliminazione fisica (fatta passare anche per “suicidio”), Oleksandr Ivanovych Muzychko, nato il 19 luglio 1962 a Kizel (città della Russia europea nordorientale, territorio di Perm) ed ucciso il 24 marzo (alcune fonti affermano il 25, ma probabilmente il fatto è avvenuto nella notte tra il 24 ed il 25 marzo) 2014 nel corso d’uno scontro a fuoco con la polizia (intenzionata ad arrestarlo secondo la versione ufficiale ma resta il sospetto che abbiano voluto far fuori un personaggio “scomodo”, “impresentabile”, ormai “bruciato” per il lavoro sporco compiuto) presso il villaggio Barmaki, a Rivne, nel suo “regno” nell’Ucraina occidentale (http://italian.ruvr.ru/news/2014_03_25/Il-leader-di-settore-di-destra-Alexander-Muzychko - “Il leader di Pravij Sektor Alexander Muzychko è stato ucciso” - http://italian.ruvr.ru/news/2014_03_25/I-membri-di-settore-destro-hanno-minacciato -  “I membri di settore destro hanno minacciato di vendicare la morte di Muzychko” - http://italian.ruvr.ru/2014_03_28/Ucraina-pubblicato-il-video-sulla-cattura-di-Muzychko - “Ucraina, pubblicato il video sulla cattura di Muzychko”).

Il corpo di Muzychko dopo la sua uccisione.

La sua fine ha “scatenato” l’immediato aggiornamento della sua biografia su Wikipedia e la pronta reazione violenta con minacce di vendette e ritorsioni da parte del leader di “Prawyj Sektor”, Dmytro Anatolijowytsch Jarosh, nei confronti del ministro degli Interni ad interim Arsen Borisovič Avakov (nato a Baku il 2 gennaio 1964), del comandante delle forze speciali di polizia e dei coinvolti nell’eliminazione di Muzychko (http://it.euronews.com/2014/03/26/ucraina-la-destra-chiede-dimissioni-del-ministro-dellinterno - “Ucraina: la destra chiede dimissioni del Ministro dell’Interno dopo l’uccisione di un suo dirigente”). Lo stesso ministero degli Interni ha provveduto a far circolare video e foto sull’operazione.
   S’è conclusa come doveva finire (ma un processo regolare ci sarebbe stato bene per rivelare certi “particolari scabrosi” se non nettamente delinquenziali di “Euro-Majdán” e dei suoi “attori”) la “carriera” di Oleksandr Muzychko (noto anche con il soprannome o “nome di battaglia” di “Sashko Bily-Sasha Bilij”), con un passato da combattente in Cecenia con i radicali wahhabiti e con presunte responsabilità in crimini di guerra contro soldati russi prigionieri (http://www.voltairenet.org/article182386.html - “Ucraina: Stato canaglia neo-nazista incombente in Europa”). Stando a note “ufficiali”, nel 1994 Muzychko venne insignito dal capo supremo dei guerriglieri dell’enclave d’Ichkeria, Džokhar Musaevič Dudaev (primo presidente della Repubblica Cecena, nato a Yalkhori il 15 febbraio 1944 ed assassinato a Gekhi-Chu il 21 aprile 1996) dell’Ordine “Eroe della Nazione” per “eccezionali successi militari contro le truppe russe”. La sua “specialità” era quella d’attirare nelle imboscate della guerriglia cecena le unità russe attive in aree sperdute. Pare abbia partecipato personalmente a torture, omicidi (una ventina) e decapitazioni di prigionieri russi (il 7 marzo 2014 Itar-Tass ha riferito che era ricercato dalle autorità russe per questi crimini).
 
     Tornato in Ucraina nel 1995 come niente fosse, si “adattò” come capo banda a Rivne. Fu arrestato, processato e condannato ad 8 anni per sequestro di persona a scopo d’estorsione e per tentato omicidio d’un uomo d’affari ucraino. Uscito dal carcere nel 2000, optò per… l’impegno politico trovando accoglienza e seguito nell’estremismo nazionalista (per il quale, evidentemente, il passato di Muzychko era… rose e fiori). La sua “scheda” su Wikipedia, invece, dice che “durante la prima guerra cecena ha guidato il gruppo Una-Unso Viking. Nel 1995 è stato condannato per aver provocato lesioni personali gravi ad un individuo. Nel 1997 tentò d’uccidere un membro di Una-Unso a Kyïv. Nel 2003 è stato condannato a 3 anni e mezzo di carcere per estorsione e sequestro di persona. Nel 2009 è stato accusato d’un raid aziendale ostile. Nel 2012 ha corso per il parlamento nazionale («Elementare, Watson!», con tanta esperienza sociale alle spalle, n.d.t.) nel 153° distretto elettorale di Rivne arrivando sesto”.
    Vari recenti video circolanti in rete mostrano Muzychko in mimetica e kalashnikov mentre sciorinava il suo “credo” (aveva giurato di lottare contro “comunisti, ebrei e russi finché il sangue scorre nelle mie vene”) ai membri del parlamento regionale di Rivne, mentre veniva fermato (e poi lasciato andare) in divisa, armato, alla guida di un’auto della polizia, mentre minacciava e picchiava il procuratore di Rivne, Andrew Targon, mentre si lasciava docilmente dar calci da prostitute con pesanti stivali evidenziando il suo “vizietto” sadomasochista, lui, “idolo degli ultranazionalisti”.

   Anche se il 28 febbraio 2014 erano stati aperti uno o più procedimenti penali contro di lui, ha tranquillamente continuato a dettar la “sua” brutale legge mascherata da “ideologia estremista” in linea con quella salita ai vertici dello Stato ucraino grazie alla connivenza di Bruxelles e di Washington che ricorda tanto, purtroppo, la “politica d’appeasement” (di pacificazione, d’acquiescenza ad ogni costo) infelicemente adottata da Regno Unito e Francia nei confronti dell’espansionismo nazista e della sua tipologia aggressiva e delinquenziale, pilastri del razzismo prima e del genocidio poi.

   Il popolo ucraino, in mezzo agli antagonismi tra Est ed Ovest e lontano dagli intrallazzi sottobanco di chi sta facendo di tutto per smembrare la nazione (col rischio di mollare le aree russofone alla Russia e la Galizia orientale alla Polonia), poi, sta nuovamente facendosi infinocchiare dalla rispolverata ”Isabelita Perón in salsa ucraina”, Julija Volodymyrivna Tymošenko (nata a Dnipropetrovs’k il 27 novembre 1960), leader dell’Unione di Tutti gli Ucraini “Patria” (Unione Pan-Ucraina “Patria” – Vseukraїns’ke Ob’jednannja “Bat’kivščyna”) e del Blocco Elettorale “Julija Tymošenko”, ufficialmente candidata alle elezioni del 25 maggio 2014 (http://italianruvr.ru/news/2014_03_30/Ucraina-Il-partito-Patria-ha-candidato-Timoshenko - “Ucraina. Il partito Patria ha candidato Timoshenko per la presidenza” - http://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/2014/notizia/kiev-partito-candida-timoshenko - “Kiev, partito candida Timoshenko”). Se la sua biografia è ben nota e talvolta mitizzata (soprattutto per il suo ergersi a Giovanna d’Arco dell’implosa “rivoluzione arancione” del 2004), pochi sanno del “giro d’affari” messo in piedi prima, durante e dopo l’arrampicarsi in politica. Wikipedia ne traccia un documentato ritratto in… chiaroscuro, ma altri particolari rimasti inediti si rintracciano in rete. “La Tymoshenko e famiglia hanno conti bancari in tutto il mondo”, titola http://www.imolaoggi.it/2014/03/18/la-tymoshenko-e-famiglia-hanno-conti-bancari-in e quanto spifferato non indignerà i sostenitori “a prescindere” della comunque “eroina” perché ritenuta incarcerata ingiustamente dal lestofante Janukovyč (anche se aveva frequentato le patrie galere già nel 1995 per contrabbando di valuta e nel 2001 per tangenti - www.imolaoggi.it/2014/02/28/julija-tymoshenko-il-bluff-ambiziosa-scaltra-e-avida - “Julija Tymoshenko, il bluff: ambiziosa, scaltra e avida”) . Tutto va bene, in questa nuova “nomenklatura” ucraina dove l’essere delinquenti o pregiudicati è un valore aggiunto.

   “Un rapporto trapelato, pubblicato da The Independent, afferma che 85 conti bancari contenenti milioni di sterline sono stati collegati alla signora Tymoshenko e parenti. Questa revisione globale delle finanze della signora Tymoshenko è stata effettuata nell’ambito di un’indagine più ampia da Lawrence Graham, uno studio legale di Londra, commissionata lo scorso marzo (2013) dall’allora ministero ucraino. L’inchiesta di Lawrence Graham ha recensito 278 conti bancari in 26 Paesi e ha affermato che la signora Tymoshenko e la sua famiglia erano o beneficiari o firmatari di conti in varie banche del Regno Unito, anche se alcuni di questi sono ora chiusi. Il rapporto sostiene che 13 conti bancari in Paesi di tutto il mondo rimangono aperti”. Si tratta di falsità, esagerazioni, leggende “extrametropolitane” per tentar d’affondare l’immagine dell’ex primo ministro ucraino o c’è qualcosa di vero in questo rapace meccanismo trasversale ai danni dei connazionali in miseria?

   A parte ciò (che in ogni caso non è poco!), eloquente è stata l’intercettazione delle telefonata con Nestor Ivanovych Shufrych (nato a Uzhhorod il 29 dicembre 1966), un deputato delle Regioni del “vecchio” nemico-rivale Janukovyč, nella quale si confessava “pronta a prendere in mano un mitra e sparare in fronte a Putin” (da lei definito nella telefonata “questo mascalzone”) ed a “far uso di armi nucleari contro gli ucraini di etnia russa”, concentrati soprattutto nelle regioni orientali e meridionali del Paese: http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/ucraina-timoshenko-intercettata-pronta-a-sparare-a-putin-con-un-mitra - “Ucraina, Tymoshenko: pronta a sparare a Putin con un mitra”.
   Pure http://www.osservatorioglobale.it/timoshenko-lancerei-latomica-sugli-8-milioni-russi ha rimarcato la “sparata” (nel senso quasi letterale del termine), ovviamente minimizzata o corretta dalla diretta interessata o da chi per lei: “Timoshenko: Lancerei l’atomica sugli 8 milioni di russi in Ucraina – Pubblicata l’intercettazione di una telefonata con il deputato del partito delle Regioni Nestor Shufrych. Poi si rimangia tutto: È solo una montatura.

  http://www.osservatorioglobale.it/timoshenko-lancerei-latomica-sugli-8-milioni-russi

   «Don’t cry for me, Ukraine!», avrebbe forse voluto cantare la Tymošenko al suo calibrato riaffacciarsi su una sedia a rotelle in Majdán, a Kyïv, dopo la liberazione dal carcere dov’era detenuta dal 2011 per una condanna a 7 anni per malversazione di fondi pubblici. Ma, più probabilmente, saranno gli ucraini più obiettivi e seriamente interessati al presente ed al futuro della loro nazione a cantargliele nel segreto dell’urna elettorale. A meno che non vogliano mandare definitivamente alle ortiche il motto nazionale (Volja, Zlahoda, Dobro, Libertà, Consenso, Bontà) per uno più in sintonia con le “fibrillazioni” in corso: “Il mio onore si chiama fedeltà” (in tedesco: “Meine Ehre heißt Treue”), appartenuto alle SS (Schutzstaffeln, Squadre di protezione) naziste. Esagerazione?

   Rimane solo una domanda, angosciosa ma pressante: la gente comune ucraina e gli ucraini della diaspora (ma pure gli “euro unionisti storici”, coinvolti per… default) meritano questo stravolgimento (che i disegni emersi, oltre alla stessa logica, etichettano come pianificato a tavolino, con banditesche manipolazioni internazionali) delle buone intenzioni di “Euro-Majdán”, diventate poi “utopia del cambiamento” ed “egemonia della violenza nazionalista” per gli scopi di retaggi imperialisti in insicuro equilibrio su una riesumata “cortina di ferro” (artificiosa ed artificiale) che si credeva definitivamente putrefatta?


   Voci ed integrazioni informative fuori dal coro dell’”esaltazione europeista” di Majdán Nezaléžnosti  e delle piazze minori ucraine (interpretata in modo sbilenco, fuorviante e fazioso dalla maggior parte dei media rincretiniti da una balbettante Unione Europea e da irresponsabili Stati Uniti) si possono reperire, giusto per non farsi ulteriormente infinocchiare,  nei seguenti links :

http://temi.repubblica.it/limes/due-o-tre-cose-che-so-sullucraina/58454
(“Due o tre cose che so sull’Ucraina”);
http://www.greenreport.it/news/la-russia-ucraina-comandano-neonazisti-lavrov-lue-non
(“La Russia: «In Ucraina comandano i neonazisti»”);
http://www.senzasoste.it/anti-fascismo/uno-per-uno-i-nazisti-nel-nuovo-governo-ucraino
(“Uno per uno, i nazisti nel nuovo governo ucraino”);
http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=99138
(“Ecco tutti i nazisti del neogoverno ucraino”);
http://arengario.net/poli/poli670.html (“Nazisti in Ucraina”);
http://www.ibtimes.co.uk/ukraine-crisis-russia-opens-criminal-case-against-svoboda-leader)
(“Ukraine Crisis: Russia Opens Criminal Case against Svoboda Leader Oleg Tyagnibok”);
http://www.zeit.de/politik/ausland/2014-02/ukraine-regierung-timoschenko-jazenjuk)
(“Jazenjuks Kamikaze-Kabinett”);
http://www.affarinternazionali.it/articolo.asp?ID=2573
(“Se Kiev riporta nella spirale armamentistica”)
http://www.voltairenet.org/article182792.html (“La nuova Gladio in Ucraina”); http://www.voltairenet.org/article182575.html (“Soldati israeliani mimetizzati a Maidan”); http://www.voltairenet.org/article182431.html (“Mosca inverte i ruoli a Kiev”); http://www.voltairenet.org/article182066.html (“Dopo la Jugoslavia, l’Ucraina?”);
http://www.voltairenet.org/article182580.html
(“Mercenari statunitensi dispiegati nel sud dell’Ucraina”).

 

Ultimo aggiornamento Venerdì 18 Aprile 2014 17:44
 

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