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MALTA DEI CAVALIERI. PDF Stampa E-mail
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Notizie - Cultura
Giovedì 17 Aprile 2014 10:06
Gloria imperitura ai Gran Maestri del Portogallo.
Gloria imperitura al Portogallo che oltre a navigatori e statisti ha dato quattro Gran Maestri all’Ordine dei Cavalieri di Malta.
Visitando l’isola oggi ci si rende conto dell’importanza che Malta ha avuto nella difesa della civiltà occidentale, baluardo contro le invazioni ottomane e gloria perenne nella storia dell’umanità.



Malta ha ancora oggi una società multipla, con perlomeno tre lingue ufficiali, un’economia stabile, ed un turismo florido.
I cavalieri ricevettero Malta dall’imperaore Carlo V, figli di re, principi e duchi, non lesinarono spese per abellire i loro nuovi possedimenti,  al loro tempo esistevano 8 auberge, ossia sedi di rappresentanza degli stati europei, tenendo conto che a quel tempo l’Euopa non era come oggi con stati unitari, e quindi rappresentavano spesso principati, stati, ducati, contee.
Si parlavano nell’isola otto lingue, facendone un  centro culturale spettacolare,  inedito anche ai tempi d’oggi e che difficilmente si ripeterà.
Il loro dominio nell’isola cessò ad opera di quel pazzoide chiamato Napoleone Bonaparte, che invase  Malta con la scusa di aprovvigionarsi di acqua e quindi entrare tranquillo, per poi rovesciare le tavole. I francesi se ne andarono dopo due anni, e subentrarono gli inglesi, che vi rimavvero fino a pochi anni fa.
Naturalmente il Portogallo, per molto tempo una delle potenze economiche e politiche mondiali, e difensore della cristianità, inviò i suoi figli migliori a partecipare di questo Ordine che era  non solo ospedaliero ma anche militare.
 
Gran Maestri Portoghesi
Afonso de Portugal 12° Gran Maestro - Entrato ancora giovane a far parte del'Ordine degli Ospedalieri, anche per via della sua influenza politica nel 1203 venne eletto in qualità di Gran Maestro. Con questa carica, si rifiutò di partecipare alla Quarta crociata contro la città cristiana di Costantinopoli. A causa però del suo carattere severo ed autoritario, divenne ben presto inviso a molti dei cavalieri dell'Ordine, portando sovente il dissenso.
Fu per questa causa, infine, che nel 1206 decise di abdicare rinunciando alla propria carica ritirandosi a vita privata nella corte portoghese ove morì nel 1207.
Alfonso fu inumato nella chiesa dedicata a San Giovanni, la Igreja de São João de Alporão, di proprietà dell'Ordine Ospedaliero di San Giovanni.
 Luis Mendes de Vasconcellos (Évora, 1542 – Malta, 7 marzo 1623) è stato Gran Maestro dell'Ordine di Malta dal 1622 al 1623. fedelissimo di Enrico I del Portogallo  Il suo brevissimo periodo di governo di nemmeno un anno, non lasciò particolari tracce a Malta.
 
 Manoel de Vilhena (1663 – La Valletta, 10 dicembre 1736) è stato Gran Maestro dell'Ordine di Malta dal 19 giugno 1722 alla sua morte, nel 1736.
Manoel de Vilhena era un aristocratico portoghese discendente del casato reale, figlio di Sancho Manoel de Vilhena, primo Conte di Vila Flor e della sua prima moglie, Ana de Noronha. Anche se alcuni suoi predecessori non furono amati dalla popolazione maltese, Vilhena si guadagnò la stima degli abitanti dell'isola, dando vita ad un certo numero di istituzioni caritatevoli. Per rispondere alla continua richiesta di case sul territorio di La Valletta egli pianificò la costruzione del sobborgo di Floriana, nella cui piazza principale si trova ancora oggi una sua statua, all'esterno dei Giardini del Maglio. Già nel 1723, per costruzioni difensive, richiamò nell'isola l'architetto forlivese Giuseppe Merenda, anch'egli Cavaliere di Malta. Manoel de Vilhena costruì anche Fort Manoel nella Baia di Marsamxett. Nel 1731, egli costruì il Teatro Manoel che è ritenuto il secondo teatro più antico d'Europa e che sopravvive tutt'oggi. La sua tomba, nella Cattedrale di San Giovanni Battista a La Valletta è considerata la più grande e sontuosa tomba dei grandi maestri dell'Ordine.
Manuel Pinto da Fonseca  nobile portoghese, venne eletto Gran Maestro il 18 gennaio 1741. Il 25 maggio 1743 egli diede nome alla città di Qormi che godette di uno status particolare (venne denominata Città Pinto). Nel 1749, una delle sue guardie del corpo, Cassar, si rifiutò di aderire al complotto organizzato dal Pasha Mustafa per sollevare una rivolta tra gli schiavi musulmani dell'isola. Il suo rifiuto, portò la faccenda a conoscenza del Gran Maestro che soppresse la rivolta. Per tradizione, questo evento viene celebrato come festività di Stato ogni 29 giugno. Manuel Pinto da Fonseca elargì numerose donazioni alla Chiesa Conventuale di San Giovanni e costruì molti depositi sulla Marina che portano ancora oggi il suo nome. Alla sua morte, venne sepolto in un monumento in cui veniva rappresentato il suo ritratto realizzato a mosaico, che ancora oggi è una delle più importanti attrazioni turistiche dell'isola. Nel Comune di Udine nel nord Italia, ci dovrebbe essere un quadro del Tiepolo raffigurando il Gran maestro Pinto che riceve dignitari in costumi orientali.
Bandiera di Qormi
Il suo stemma, contraddistinto da cinque lune crescenti rosse, simboleggiava il numero degli ottomani che aveva sconfitto con la propria spada, in una volta sola, durante la rivolta. La città di Qormi adottò questo simbolo come propria insegna e ancora oggi questo è il blasone della famiglia Pinto de Fonseca.
Cenni Storici contemporanei della repubblica di Malta
Né i francesi, né gli inglesi si preoccuparono molto con gli accordi dell’imperaore Carlo V con l’Ordine di Malta che prevedeva la restituzione dell’isola al Regno di Napoli e delle Due Sicilie nel caso che l’Ordine fosse estinto oppure qualsiasi altra anomalia succedesse.
Il generale Napoleone Bonaparte nel suo infausto viaggio per la conquista dell’Egitto, con la scusa di rifornirsi di acqua potabile chiese di entrare nel porto di La Valletta, i maltesi accordarono che solo due navi potessero approdare, ma il generale se la prese a male e con 30.000 soldati sbarcò tra il 12 e il 13 giugno 1878 obbligando il Gran Maestro Ferdinand von Hompesch a consegnare la sovranità, ponendo fine al dominio dei Cavalieri.
Dovuto alla  strategica importanza che l’isola aveva per l’Inghilterra l’ammiraglio Horatio Nelson tentò di convincere il re di Napoli Ferdinando II° a rinunciare ai suoi diritti sull’isola se le truppe inglesi l’avessero occupata.
 
Nel 1800 gli inglesi assieme a navi del Regno di Napoli fecero il blocco attorno all’isola, inquanto i maltesi avevano già obbligato il governatore francese ClaudeVaubois e le sue truppe a rifiugiarsi in alcuni forti e nel settembre furono obbligati a finire l’occupazione.
Il Trattato di Amiens  firmato il 25 marzo 1802 (4 germinale dell'anno X del Calendario Rivoluzionario Francese) tra il consigliere di Stato Giuseppe Bonaparte per la Francia  e Lord Charles Cornwallis per la Gran Bretagna, sotto il nome di "Trattato definitivo di Pace" tra la Francia e il Regno Unito. Secondo l'accordo, la Gran Bretagna avrebbe riconosciuto come legittima la Repubblica francese, Malta, Gozo e Comino invece, secondo il trattato, dovevano essere restituite all'Ordine di San Giovanni di Gerusalemme.
Ma sotto la sentenza che le ragioni di alcuni Stati valgono di più che le ragioni dei popoli e delle nazioni il Trattato di Parigi del 1814 recita nell’articolo 7° - Malta e le sue dipendenze apparterranno a pieno diritto e sovranità a Sua Maestà Britannica che vi rimase sino al 1964 quando  nel 14 settembre dovette cedere l’indipendenza.
Fu così che l’Italia come successore del regno di Napoli perse l’isola di Malta.
Certo per l’isola, essere sotto l’egida dell’impero spagnolo era una cosa, cadere sotto il governo dell’Italia ben  un’altra...
Durante la seconda guerra mondiale Malta fu duramente bombardata sia dai fascisti come dai nazisti, ma l’eroismo del popolo maltese, che nel 1565 respinse la grande invasione ottomana, non permise che le truppe dei due “pupazzi” approdassero alle sue sponde.

Venceslao Soligo/ASIB
foto: La Valletta
 

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