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Crisi Venezuelana. PDF Stampa E-mail
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Notizie - Opinioni
Lunedì 14 Aprile 2014 11:26

Crisi venezuelana? nessuna novità con le nazioni che non riescono a trovare la loro  strada.
L’aumento della povertà, il dilagare delle favelas, l’incremento della criminalità, forti settori governativi delinquenziali, mancanza di politiche di sviluppo, ideologie sballate, hanno fatto del Venezuela una nazione in cui vivere e prosperare è pressoché impossibile.

Rispondendo ai richiami della comunità italiana e non solo, parlamentari italiani eletti in America Meridionale, si sono recati giorni fa in quel paese per stabilire un dialogo sia a difesa dei cittadini europei sia per la pacificazione sociale e lo ristabilimento dei diritti civili.
Il dep. Fabio Porta ci ha ha lasciato questa breve intervista.

D. La situazione in Venezuela sta creando serissimi problemi, che non sono nuovi, alle comunità italiane, con arresti, rapimenti, sequestri, estorsioni ai cittadini italiani e italo-discendenti, quali risultati si possono sperare dalla vostra visita?

 È stata una visita importante, intanto abbiamo risposto ad un appello che ci era stato rivolto da diverso tempo dai rappresentanti della comunità italiana e da tanti connazionali che da anni stanno soffrendo nella loro pelle l’aggravamento della crisi politica, economica e sociale e attualmente la mancanza dei pieni diritti civili, ci sono stati arresti arbitrari di giovani che partecipano pacificamente alle manifestazioni ed anche di sindaci con cittadinanza italiana e venezuelana, molto popolari, senza motivazioni serie.
Abbiamo promosso questa visita; particolarmente ho lanciato un appello a tutti i parlamentari eletti nell’Ameriaca Meridionale, dicendo che in questi momenti dobbiamo essere uniti superando le divisioni geografiche o di partito e per far capire ai nostri connazionali cosa possiamo fare e che siamo vicini alle loro angoscie.
Nel corso della visita abbiamo incontrato sia i rappresentanti politici, quelli che sostengono il governo e anche quelli dell’opposizione, ovviamente ognuno di loro ci ha dato la loro versione, molto diversa una dall’altra, confermando il fatto che in Venezuela se non ci sarà un intervento forte esterno a livello internazionale, via Unione Europea, Unasur, Vaticano, sarà difficile che riprendano la strada del dialogo, c’è rischio  di guerra civile molto alta.
Abbiamo incontrato le Comunità Italiane nel Centro Italo-Venezuelano di Caracas, una lunga riunione nella quale i presenti hanno potuto esprimere problemi e preoccupazioni, abbiamo accolto le loro richieste e le esporremo in Parlamento ed anche al governo.
In questo momento il governo italiano ha capito, anche grazie alle nostre pressioni che si tratta di un quesito serio, il sottosegretario Mario Giro si è recato già due volte in Venezuela e crediamo che ci debbano essere nelle prossime settimane altre iniziative politiche da parte italiana, non è una situazione semplice, ma proprio per questo bisogna seguirla con attenzione, credo che la nostra visita comunque abbia avuto degli effetti positivi, sia mostrando alla comunità la nostra vicinanza ma anche per far capire alla politica venezuelana che la democrazia è una cosa seria che va vissuta con dei gesti concreti, non solo con de iproclami demagogici.
D. Oltre al sen. Fausto Longo quali altri parlamentari  sono stati presenti?
L’iniziativa è stata mia e del sen. Longo, sono stati con noi il dep.Renata Brustolini Bueno, il dep. Mario Borghese eletto in Argentina e il sen. Claudio Zin anche dell’Argentina.
D. Ora, a livello di governo italiano non si possono fare azioni più contundenti, perché da ciò che ho capito il dialogo li è molto relativo, con un governo molto instabile e con poca legittimità. Poi siccome facciamo parte dell’Unione Europea, Bruxelles sta facendo qualcosa?
La UE sta facendo molto poco, l’Alto Commissario per gli Affari Esteri Catherine Ashton
ha fatto delle dichiarazioni molto generiche, anche condivisibili rispetto ai diritti, ma credo che la UE debba prendere un’iniziativa forte anche perchè  non c’è solo una  popolazione italiana ma anche spagnola, germanica, dei paesi dell’est.
 La nostra proposta è che l’Italia assuma un ruolo anche a nome dell’UE, e il fatto che tra poche settimane l’Italia avrà la presidenza dell’Unione Europea, potrebbe darle questo ruolo di farsi un soggetto attivo forte, non soltanto come governo italiano ma di tutti i governi dell’Unione, questo potrebbe avere un peso maggiore nella ripresa del dialogo  e per forzare il governo venezuelano ad essere più rispettoso con l’opposizione. Ci devono essere dei cambiamenti, perché la situazione così come è, con questo atteggiamento di chiusura e di repressione nei confronti dell’opposizione, non può andare avanti.

La Catherine Ashton avrà di che occuparsi anche perché il Venezuela reclama quello che loro chiamano territorio Essequibo, ossia  parte dell’antica Guiana inglese, molti anni fa il Venezuela emesse addirittura dei francobolli con l’annessione di parte di quello che secondo loro, gli spettava di territorio poi...
La Crisi venezuelana del 1902-1903 fu un blocco navale, durato dal dicembre 1902 al febbraio 1903, imposto da Gran Bretagna, Impero tedesco e Regno d'Italia nei confronti del Venezuela a seguito del rifiuto da parte del presidente venezuelano Cipriano Castro di pagare il debito estero ed i danni subiti a cittadini europei durante la recente guerra civile venezuelana. Gli Stati Uniti mediarono il conflitto che fu presto risolto, ma la storia continua...

Venceslao Soligo/ASIB

foto: anticapitalista.org

 

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