Template Tools
Mercoledì, 03 Luglio 2024
Ferrovie: domani chiuse tre linee regionali. PDF Stampa E-mail
Scritto da Giuseppe Arno   
Sabato 11 Febbraio 2012 11:17



Niente da segnalare dalla provincia di Lucca.
Ancora in piena emergenza neve e gelo, gli agricoltori del senese chiedono investimenti per una rete elettrica più sicura ed efficiente. Solo trenta centimetri di neve nei giorni scorsi sono riusciti a mandare in tilt la fornitura di energia elettrica in gran parte della Provincia, rendendo quello del senese uno dei casi più eclatanti a livello nazionale. Di conseguenza, non solo la normale vita delle famiglie, ma anche le attività produttive e quelle agricole hanno subito disagi e danni non indifferenti. “E se ne fosse caduta un metro e mezzo come in tante altre parti d’Italia – si interroga Alessandro Cinughi de Pazzi, presidente dell’Unione Provinciale Agricoltori di Siena – cosa sarebbe successo? Da non immaginare probabilmente”. “Un grazie – ci tiene a sottolineare Cinughi – va ai dipendenti dell’Enel di Siena che si sono prodigati senza risparmiarsi per riportare la situazione alla normalità in tempi accettabili, ma dall’altra parte non è ammissibile che ci siano impianti così obsoleti da mettere ko tutto con così poca neve”. Il costo dell’energia elettrica è particolarmente alto e dovrebbe comprendere la manutenzione ordinaria della rete ma anche e soprattutto investimenti da parte di Enel e Terna di ammodernamento degli impianti. Risulta che ci sono ancora molte linee con i vecchi fili non isolati, come risulta che il taglio degli alberi viene fatto regolarmente sotto le linee di media tensione e non sotto quelle a bassa tensione, che sono anche le più numerose e che portano la corrente in tante case sparse o piccoli borghi. La corrente elettrica, addirittura, oltre che nelle campagne è mancata anche nella città di Siena e nella sua periferia. Il che la dice lunga sullo stato della rete di distribuzione. Non solo. Gli impianti che producono energia da fonti rinnovabili, come le biomasse, per giorni (almeno dal martedì 31 gennaio fino al sabato 4 febbraio) non hanno potuto produrre elettricità perché la rete con il suo blocco non è stata in grado di assorbirla. Per cui un danno doppio. “Ci lamentiamo che le importazioni di gas dall’estero per il riscaldamento e per le attività sono scarse – evidenzia Cinughi – ma anche non riuscire a sfruttare l’energia che possiamo produrre in casa è davvero grave”. Manutenzione e investimenti, dunque, dovrebbero essere le due direzioni in cui guardare da ora in poi, anche per evitare in futuro gli spiacevoli e dannosi disagi registrati in questi giorni.

Le centrali Enel di Livorno e Piombino sono state chiamate in esercizio del Gestore della Rete elettrica nazionale e dal Ministero dello Sviluppo Economico per far fronte all’emergenza gas. I due impianti, che rimarranno in esercizio soltanto per il periodo della criticità, secondo i tempi stabiliti dal Gestore della Rete Elettrica Nazionale, concorrono a far risparmiare milioni di metri cubi di gas al “sistema Paese” evitando il rischio di blocco totale. L’allarme per l’emissioni, inoltre, appare del tutto ingiustificato se si considera che le due Centrali lavoreranno lo stretto necessario per superare l’emergenza e che vengono alimentate con olio combustibile BTZ con tenore di zolfo inferiore allo 0,3%, assicurando un’emissione al camino inferiore ai 500 milligrammi per normal metro cubo; meno della metà, quindi, rispetto al limite imposto dalle Autorizzazioni Ambientali Integrate (AIA) che è di 1050 milligrammi. La scarsità di gas di questi giorni, infatti, impone di interrompere l’attività degli impianti a gas per sostituirla con centrali alimentate a carbone o a olio combustibile. Il gas risparmiato viene così indirizzato alle utenze domestiche ed alle aziende per mantenere occupazione e produzione. Questi impianti stanno svolgendo un ruolo importantissimo per l’Italia. Si tratta di un intervento temporaneo ma risolutivo in una situazione di emergenza, connessa al tema della diversificazione dei combustibili e del mix energetico. Il Paese non può ancora permettersi che queste centrali siano dismesse: Livorno e Piombino, insieme ad altri sei impianti termoelettrici della Penisola, sono indispensabili per supplire con l’olio combustibile alla carenza di gas. La riconversione a metano delle due centrali toscane, auspicata dalla Regione, avrebbe peggiorato la situazione nazionale in quanto, proprio per la contingente mancanza di gas, tali impianti non sarebbero entrati in produzione, privandoci di un prezioso contributo.
nove.firenze.it

 

Ultime Notizie

Premio Friends of Florence
Premio Friends of Florence Salone dell’Arte e del Restauro di Firenze... Leggi tutto...
Quaderni del Museo di San Marco
Presentazione del nuovo numero dei Quaderni del Museo di San Marco ... Leggi tutto...
FI - ANISH KAPOOR
ANISH KAPOOR   ... Leggi tutto...

Rivista La Gazzetta

 
Edizione 41
La Gazzetta 41
 

40 | 39 | 38 | 37 | 36 | 35 | 34 | 33 | 32

31 | 30 | 29 | 28 | 27 | 26 | 25 | 24 | 23

22 |